Sanità: posti letto per cure palliative anche in Cadore e Agordino

E in provincia nasce la prima rete "Rlcp" del Veneto: garantisce interventi terapeutici e assistenziali al degente

Sabato 29 Luglio 2023 di Daniela De Donà
Sanità: posti letto per cure palliative anche in Cadore e Agordino

BELLUNO - In nome della dignità nella sofferenza e dell'importanza della prossimità delle cure: anche il Cadore e l'Agordino avranno posti letto dedicati a chi necessita di cure palliative. Un primo passo in questa direzione è fatto: a Pieve di Cadore due-tre posti letto di Hospice avranno la loro sede nel Centro Servizi.

E per l'Agordino ci si muoverà, con verifiche a breve, per capire le disponibilità nel territorio. A Belluno nell'hospice Casa Tua - sono otto i posti letto dedicati a chi ha bisogno di specifici interventi terapeutici. Sette a Feltre, nella struttura Le Vette.


La rete

Il giro di confronto con i sindaci da parte del commissario di Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben, quindi, sta portando frutti: «È emersa l'importanza di potenziare il servizio nelle zone più periferiche, se ne stanno occupando la direttrice sanitaria, Caterina De Marco, e il direttore dell'unità di Cure palliative, Giuseppe Fornasier», ha affermato ieri Dal Ben in occasione del punto stampa che ha annunciato la nascita, sperimentale, della "Rete locale delle cure palliative (Rlcp), aggregazione funzionale e integrata erogata nell'ambito del territorio aziendale: è il primo esempio di Coordinamento a livello regionale (istituito con deliberazione 399 del 28 aprile 2023, con il primo incontro a Belluno il 26 luglio 2023) ed ha lo scopo di garantire l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali rivolti non solo alla persona malata, ma al suo nucleo familiare, in qualunque luogo si trovi: «Si tratta di un gruppo composto da varie figure che permette omogeneità nella presa in carico del paziente che ha patologie di varia origine, non solo oncologiche, ma degenerative, come Sla, o Alzheimer, che evolvono verso una fase di terminalità», ha precisato Fornasier portando dei dati che si riferiscono a distretto 1 e distretto 2.


I numeri

Questa la percentuale di deceduti a causa di un tumore e che sono stati assistiti dall'equipe delle cure palliative: 56% nel 2021 («attività mai fermata nonostante la criticità del Covid») e 62,4% nel 2022. Al di sopra, quindi, della percentuale che la Regione Veneto ha chiesto di raggiungere, ovvero il 55%. A proposito di ricoveri negli Hospice aziendali: nel 2022 ammontavano a 266, con il 19% dei pazienti che, dopo un periodo, è tornato a casa; nel primo semestre del 2023 sono 133 con il 20% di dimissioni, con cura a domicilio. Ci sono, poi, pazienti seguiti nei Centri di Servizio (30 nel 2022, 21 nei primi sei mesi del 2023).


Aiuto dal volontariato

«Vorrei passasse l'idea che l'hospice non è il luogo dove si entra per morire, ma dove si va per un aggiustamento della cura, o per dare per un periodo sollievo alla famiglia. E si torna, dismesso, nella rete dell'assistenza domiciliare». Ecco che, a tal proposito, Dal Ben plaude alla forte realtà del volontariato (associazioni come Mano Amica, Cucchini, Pettirosso) e ai medici di base: «Intanto 20, che hanno seguito la prima attività di formazione voluta dalla Rete, disponibili a fare da ponte con i colleghi della Rete», conclude Dal Ben.


Il servizio

In base alla mappatura del sistema Acg (adjusted clinical group) adottato in Regione l'1% della popolazione ha necessità di cure palliative, di cui il 40% è oncologico e il 60% non oncologico. Conti a spanne: in provincia di Belluno 2000 malati tra gravi e meno gravi, in teoria, potrebbero aver bisogno di cure palliative. «Ma solo il 35-40% con intensità», tiene a precisare Fornasier. Risultano di soddisfazione, quindi, i numeri sulla attività di cure palliative a domicilio: 688 i pazienti seguiti nel 2022, già 426 nel primo semestre 2023. Ovvero vicini a 800, l'ipotetica richiesta da parte del territorio stimata dal sistema Acg. Al di là dei numeri l'obiettivo primario, per questa provincia, rimane il decentramento dei servizi. «Lavoriamo perché chi necessita di cure palliative, da Santo Stefano o da Arabba, non debba venire a Feltre o Belluno», garantisce Dal Ben. Fa eco Fornasier, "allievo" di Giuseppe Tormen che già nel 1988 pose a Belluno la prima pietra della terapia antalgica: «Fondamentale ora aver dei punti aggiuntivi territoriali di prossimità, anche per agevolare i familiari del malato».

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