Arriva il vicino veneziano, la vita diventa un inferno. Diana si incatena all'albero della piazza: «Non viviamo più»

Mercoledì 12 Luglio 2023 di Eleonora Scarton
Diana De Paoli incatenata all'albero in piazza a Feltre

FELTRE - Si è incatenata alla Sophora Japonica albero secolare di Piazza Isola in centro a Feltre per mandare un messaggio chiaro: vuole poter vivere tranquilla e serena insieme a sua figlia nella casa di sua proprietà. Cosa che ormai da 23 anni non può più fare a causa di un vicino, che lei definisce "stalker", che continua a portarla in tribunale per piccole sciocchezze, come una pianta in giardino, un parapetto che sconfinava di qualche centimetro nel terreno in comune o la finestra di un bagno che si affaccia nel suo orto.

Tutti pretesti, a suo dire, per portarla allo sfinimento e sperare di poter acquistare la sua casa.

LA STORIA
Diana De Paoli, 67 anni, vive ormai da tanti anni nella casa di famiglia a Lasen, frazione di Feltre. «Un'abitazione che i miei nonni e i miei genitori hanno costruito e mantenuto con tanti sacrifici - racconta Diana -. E io ho voluto andarci a vivere dopo aver lavorato per anni fuori provincia». Una casa attaccata ad un'altra abitazione, quella di Giancarlo Berto, veneziano di Marcon, che prima la utilizzava come seconda casa e che invece oggi vive stabilmente. «Quella persona sta cercando di portarci allo sfinimento perché vuole la nostra casa, ma noi non possiamo e non vogliamo andarcene» afferma con decisione Diana che racconta come dal 2005 si trova a vivere tra aule di tribunale e abusi. Il vicino, infatti, le sta facendo le pulci su ogni singolo aspetto e la donna si è trovata a dover rifare prima il balcone, poi la cappa di un camino che secondo il vicino sarebbe andata sopra di 2-3 centimetri su un suo passaggio, poi la finestra del bagno, costruita con regolare permesso rilasciato dal Comune, che secondo lui si affaccia sul suo orto e che la donna è stata costretta a murare: «una volta andavo in bagno e vedevo le montagne, ora solo mattoni» sottolinea amaramente. Diana ha però anche inviato una lettera al servizio igiene per capire se sia regolare non avere neppure un piccolo foro. Non dimentichiamo poi il parapetto che sforava di 8 centimetri nella proprietà del veneziano. Recentemente una nuova causa che ha visto al centro delle piante di fiori presenti nella corte comune che secondo il vicino ostacolerebbero le manovre che deve fare con la sua vettura.

SILENZIO ASSORDANTE
Quello che lascia amareggiata la signora Diana è il silenzio da parte di tutti. Dopo una promessa iniziale, il sindaco Fusaro non si è recata a casa della signora per vedere la situazione e magari provare una mediazione. Non era presente ieri mattina quando Diana ha compiuto il gesto; lei o qualcuno dell'Amministrazione. Non fanno nulla neppure i servizi sociali. Sono due donne sole che cercano in qualche modo di affrontare questa situazione complessa che le sta portando all'esasperazione. «Mia figlia, oggi 33enne, ha sviluppato una sindrome ansiogena compulsiva a causa della persecuzione che questo individuo sta mettendo in atto nei nostri confronti. Viviamo in una situazione di costante ansia. Non ci arrendiamo, ma è una situazione pesante» evidenzia Diana.

IL GESTO
E proprio perché non vogliono arrendersi, la donna ieri ha voluto fare un gesto plateale. Ha preso una catena di ferro e si è incatenata alla Sophora Japonica di piazza Isola a Feltre, con un cartello che spiega le motivazioni che l'hanno portata a farlo. «Un gesto forte, certo, ma spero smuova qualcosa. Voglio tenere alta l'attenzione sulla mia storia, sperando che qualcuno se ne interessi e che possa aiutarmi a vivere un'esistenza tranquilla, cosa che ormai da 23 anni non riesco più a fare». E poi c'è l'aspetto economico. Tutte queste cause l'hanno portata a dover spendere soldi. Tanti soldi. Parliamo di quasi 50mila euro. «Adesso pago 610 euro al mese per coprire a rate il prestito così da poter pagare tutte le spese, ma come faccio a vivere con una pensione di 1100 euro e le bollette da pagare? Senza contare le spese mediche che devo affrontare per mia figlia» racconta la donna, che spera di aver attratto ieri l'attenzione anche di qualche benefattore che possa aiutarla.

L'INTERESSE
Qualche curioso si è avvicinato per ascoltare la storia di Diana. Una signora ha chiesto se vivesse in un appartamento perché lei abita in un condominio e «queste cose sono all'ordine del giorno. Non è sola. Fa bene a fare quello che fa» ha affermato prima di andare. In piazza Isola anche qualche amico. Uno di questi ha sottolineato come quello che sta vivendo Diana sia una «persecuzione giudiziaria. Non è possibile che una donna viva in una situazione come questa. Qualcuno deve intervenire e fare qualcosa. Mi chiedo davvero dove siano le istituzioni».
 

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 08:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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