PIEVE DI CADORE - «L'Usl ha fatto e fa tutto il possibile e quanto di sua competenza per salvare i servizi dell'ospedale di Pieve di Cadore». La presidente dell'Unione montana del Comelico e Sappada, Alessandra Buzzo, non ha dubbi sull'operato dell'azienda sociosanitaria bellunese. I problemi, afferma, nascono ad altri livelli. Una posizione opposta a quella della collega di Pieve, Antonia Ciotti, che, giusto ieri, ha presentato una denuncia in prefettura contro l'Usl 1 accusata di interruzione di pubblico servizio per la mancata riattivazione del Punto nascite. La Buzzo, tuttavia, concorda con la Ciotti sulla necessità di mantenere i servizi sul territorio. «I medici sono pochi e quei pochi non vogliono venire da noi analizza la Buzzo . L'intera questione sanitaria cadorina è molto complessa e la soluzione da trovare non è così semplice. Il problema più grosso resta a monte, a livello di scelte politiche: dobbiamo ritornare ad incentivare l'arrivo e la permanenza, in montagna, di queste figure professionali. Nel giro di pochi anni avremo una vera e propria emergenza. Il problema sta avanzando, con soluzioni che non sono così immediate»...
Ultimo aggiornamento: 13:51
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