Cimitero storico della Val di Zoldo sepolto dalle erbacce, il degrado accelerato dopo Vaia

Martedì 27 Giugno 2023 di Angelo Santin
Cimitero "mangiato" dalle erbacce in Val di Zoldo

VAL DI ZOLDO - «Sembrava che volessimo ‘solo’ salvare gli alberi, che sicuramente era fra i nostri obiettivi non secondari: ma quel che conta e che non è stato proprio recepito il nocciolo del problema e cioè che era necessario dare dignità e decoro al cimitero»: l’amara constatazione, di fronte al disastro attuale, di un luogo ormai indefinibile e indifendibile per incuria e abbandono, è di Milly Fontanella, fra i promotori della raccolta di firme che negli anni scorsi puntava ad inserire fra i luoghi del cuore Fai il camposanto dismesso dell’Addolorata, una sottoscrizione che aveva raccolto un’ampia e convinta partecipazione di cittadini, residenti e non, tra i firmatari anche alcuni turisti olandesi di passaggio, disposti persino a contribuire alle spese di un possibile intervento. 


Il degrado

Perché dire che ora il sito è invaso dalle erbacce infestanti è vero, ma descrive solo in parte la situazione.

Che è molto più grave. Tempo addietro, il progetto di riqualificazione di un luogo di sepoltura non più in uso dal lontano 1948, ma caro a molti zoldani, perché conserva le spoglie di nonni e bisnonni, o di personaggi della storia locale, aveva ottenuto anche un finanziamento, poi utilizzato per altri scopi. Successivamente, sull’onda dell’interesse cresciuto con la partecipazione popolare al censimento Fai, sindaco e rappresentanti del comitato promotore erano stati pure ricevuti dalla Soprintendenza a Venezia, per illustrare l’urgenza del problema. 


La variabile

Purtroppo però l’impatto del maltempo del 2018 (Vaia) aveva convinto il Comune, forte di una perizia tecnica ad hoc e ottenuto il via libera della Soprintendenza, ad abbattere, per motivi di sicurezza, gran parte degli abeti che conferivano al sito un fascino particolare, che molti definivano magico: probabilmente a ragione. Ma in tutti questi decenni gli alberi avevano anche evitato il proliferare delle erbacce, che ora, con una crescita incontrollata ed esuberante, diffusamente prossima al metro, spesso 1.50, invadono e abbruttiscono il sito, sconsigliando a chiunque di addentrarvisi. A nulla sono valsi gli interventi del Comune degli anni scorsi: né con la messa a dimora di una nuova serie di piantine, in parte ora divelte e abbandonate, lungo la corsia centrale, che avrebbero dovuto sostituire in prospettiva quelle abbattute, né con l’affidamento dei lavori di ristrutturazione e consolidamento dei muri di cinta. 
 

La campagna

E niente si è ottenuto con i pur brillanti risultati delle due campagne del censimento Fai del 2017 e del 2019, con gli ottimi piazzamenti conseguiti sia a livello provinciale (1° nel 2017) sia regionale. Forse dopo l’abbattimento delle piante il problema andava seguito con ben altra attenzione.
 

Ultimo aggiornamento: 14:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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