BELLUNO - La carenza di vigili del fuoco, in Provincia, è ormai arrivata al 20 per cento e non è più tollerabile: su una pianta organica che prevede 250 unità, ne mancano all'appello 50, perché attualmente sono operativi 200 pompieri.
La carenza di pompieri, situazione che peggiora ogni giorno
Una situazione che si aggrava di giorno in giorno, tanto che ieri i sindacati di categoria hanno incontrato il prefetto di Belluno, Mariano Savastano, evidenziando come la situazione metta a rischio gli interventi e il presidio del territorio. «Una crisi - spiegano preoccupati i rappresentanti sindacali Antonio Zambon, Michele De Bernardin, Alessandro Scarton e Ruggero Sartorato, segretari territoriale di, rispettivamente, Cisl Fns, Conapo, Uilpa Vigili del fuoco e Federdistat Vvf - che purtroppo farà ricadere le sue conseguenze direttamente sui cittadini, con interventi di soccorso in tempi più lunghi e senza organici adeguati alle richieste. La politica delle assunzioni e il taglio delle risorse straordinarie non sono al passo con i pensionamenti e con i trasferimenti di personale, che usa questa provincia spesso come luogo di passaggio. Questa emorragia, più volte denunciata, che colpisce il Corpo nazionale dei vigili del fuoco , ma soprattutto i comandi delle province del nord Italia, ha messo in ginocchio il Bellunese e questa situazione ci preoccupa perché è destinata a peggiorare». A questo potrebbe aggiungersi una riduzione del personale nella composizione delle squadre minime di soccorso. Pericolo che ricade direttamente sugli operatori e sul cittadino.
I rischi
«Da un lato spiegano i sindacalisti - i cittadini rischiano di non avere un servizio efficiente, dall'altro i vigili del fuoco devono far fronte a un rischio infortuni aumentato, in quanto la riduzione di organico implica minor sicurezza negli interventi, un maggiore stress lavorativo e la mancanza di tempo e risorse per svolgere l'addestramento professionale necessario ad affrontare le innumerevoli tipologie di soccorso tecnico urgente». E a mancare è anche il personale volontario, che da anni chiede, senza risposta, corsi per i giovani residenti che sognano di collaborare con i vigili del fuoco nel momento dell'emergenza e magari acquisire punteggio utile per essere assunti nel Corpo nazionale. Il tutto in un contesto territoriale e climatico di particolare fragilità: tempeste come Vaia, valanghe, incendi di bosco sono solo alcuni esempi. «Anche la prevenzione incendi e le norme che la caratterizzano spiegano i rappresentanti richiedono personale sempre più preparato e presente, anche per formare gli addetti antincendio che lavorano nelle varie attività presenti in provincia». Ieri i sindacati di categoria hanno infine rinnovato la richiesta all'amministrazione centrale e a tutte le autorità competenti di prendersi carico del problema con l'assegnazione di adeguate risorse di personale per tutte le mansioni (operativi, tecnico e amministrativi) e qualifiche, anche in vista delle prossime Olimpiadi di Milano Cortina 2026 e del conseguente sviluppo del contesto economico territoriale.