«Le motivazioni che portano a far installare gli autovelox sono chiare: servono per far diminuire la velocità. Ma se non si vedono come si fa a rallentare? Vuol dire quindi che questi strumenti hanno la principale finalità di fare cassa». Il ragionamento di un cittadino bellunese, che di delibere comunali se ne intende e forse per questo preferisce non farsi riconoscere, non farebbe una grinza se in quel tratto di statale, poco lontano da dove morì investita una studentessa, non esistessero dei limiti di velocità ben visibili: 50 chilometri orari. Così, sfidando le regole, ha voluto mettere delle bande colorate, rosse e gialle, per fare in modo che l'autovelox sia visibile, suggerendo con immediatezza agli automobilisti di rallentare.
Un gesto di sfida che è stato subito segnalato alla Polizia locale, prontamente intervenuta per rimuovere le bande adesive. «Le abbiamo subito rimosse - ribatte il comandante Gustavo Dalla Cà -, perché non è lecito farsi un proprio Codice della strada. Ne esiste già uno ed è chiaro. La segnalazione ci è stata fatta da dei residenti. Diciamo che il responsabile potrebbe rischiare anche una denuncia».
Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 17:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA Un gesto di sfida che è stato subito segnalato alla Polizia locale, prontamente intervenuta per rimuovere le bande adesive. «Le abbiamo subito rimosse - ribatte il comandante Gustavo Dalla Cà -, perché non è lecito farsi un proprio Codice della strada. Ne esiste già uno ed è chiaro. La segnalazione ci è stata fatta da dei residenti. Diciamo che il responsabile potrebbe rischiare anche una denuncia».
