Alla fine Mike Johnson, lo speaker della Camera ultra conservatore, ha dovuto elemosinare l’aiuto dei democratici per riuscire a far approvare una serie di pacchetti di aiuti da 95 miliardi di dollari per l’Ucraina, Israele e la regione dell’Indopacifico.
I PROVVEDIMENTI
I provvedimenti passati ieri e che prevedono l’invio di denaro statunitense sono tre: 60,8 miliardi di dollari per l’Ucraina, in parte sotto forma di prestiti anche se nel 2026 potranno essere cancellati; 26,4 miliardi di dollari per Israele e per aiuti umanitari a Gaza e in altre zone di guerra; 8 miliardi per la regione indopacifica con particolare interesse per Taiwan. «Questi non sono tempi normali, sono tempi pericolosi», ha detto Johnson in una conferenza stampa, aggiungendo che gli aiuti a Gaza sono stati aggiunti «per convincere i democratici a votare il provvedimento su Israele», ma che nessun dollaro «andrà ai terroristi di Hamas». Il passaggio del pacchetto a favore di Kiev con un’ampia maggioranza bipartisan mostra come il Congresso statunitense sia compatto nella decisione di continuare a sostenere l’esercito ucraino nella guerra contro l’invasione russa. Dopo l’approvazione decine di politici hanno sventolato la bandiera ucraina e gridato «Ucraina, Ucraina». Anche il presidente Volodymyr Zelensky ha commentato su X il via libera agli aiuti: «Impediranno alla guerra di espandersi e si salveranno migliaia e migliaia di vite. Sono grato alla Camera, a entrambi i partiti e personalmente al presidente Mike Johnson per la decisione che mantiene la storia sulla strada giusta».
LE REAZIONI
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha dichiarato di essere soddisfatto per la decisione della Camera su Kiev: «Ora siamo più al sicuro». La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sostenuto che «Kiev merita tutto il sostegno». Poco dopo il voto è arrivato anche il commento del premier israeliano Benjamin Netanyahu, «gli aiuti Usa difendono la civiltà occidentale», e del Cremlino che in una nota ha detto che l’invio di armi Usa «causerà la morte di un numero ancora maggiore di ucraini a causa del regime di Kiev». La decisione storica della Camera è anche un grande rischio politico per Johnson che adesso dovrà combattere contro l’ala di estrema destra guidata da Taylor Greene che ha proposto di sfiduciare lo speaker. «Faccio solo il mio lavoro», ha detto Johnson quando un terzo repubblicano ha dichiarato di volerlo rimuovere da Speaker della Camera. Per mesi gli aiuti all’Ucraina sono stati bloccati dai Maga che per l’approvazione hanno chiesto a Biden di adottare misure molto stringenti per contrastare l’immigrazione, per poi rifiutarsi di dare l’ok a un provvedimento che univa i due temi in un’unica legge. Johnson ha dichiarato di aver deciso di sostenere l’invio di armi all’Ucraina perché se la Russia dovesse vincere, Vladimir Putin manderebbe il suo esercito anche nei Balcani e in Polonia. «È meglio mandare proiettili all’Ucraina che ragazzi americani», ha detto. «Questo pacchetto darà un sostegno fondamentale», ha detto Biden. «Un’operazione che consente di riaffermare la nostra leadership». Ieri tuttavia la minoranza di ultra conservatori di destra non si è presentata alla Camera e i repubblicani hanno votato contro un quinto provvedimento per approvare un disegno di legge per il controllo del confine con il Messico: darebbe a Biden un importante vantaggio con gli elettori più spaventati dall’immigrazione, mentre Trump vuole attaccare il presidente proprio su questo tema. Uscendo dal Congresso Greene ha detto che l’ok alle armi all’Ucraina è «una svendita degli Stati Uniti».
Angelo Paura