Portaerei Ford lascia il Mediterraneo, gli Usa cambiano strategia: cosa sta succedendo

Lunedì 1 Gennaio 2024
Portaerei Ford lascia il Mediterraneo, gli Usa cambiano i piani: cosa sta succedendo

«Nei prossimi giorni» la portaerei USS Gerald Ford lascerà il Mar Mediterraneo orientale, dove era stata inviata subito dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas.

Lo afferma Abc News, citando due funzionari statunitensi. A metà ottobre il segretario alla Difesa Lloyd Austin aveva disposto l’invio della portaerei e di altre cinque navi da guerra di superficie per dissuadere Hezbollah in Libano e Iran ad all’allargare il conflitto a livello regionale, sottolineando: «Il dislocamento fa parte del nostro sforzo per scoraggiare azioni ostili contro Israele o qualsiasi iniziativa volta ad ampliare questa guerra in seguito all’attacco di Hamas contro Israele». A dicembre, Austin ha esteso il dispiegamento della compagnia aerea per la terza volta, con l’obiettivo di mantenere il ruolo di deterrenza in considerazione del fatto che le tensioni nella regione rimanevano elevate.

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Il piano

I due funzionari americani hanno confermato ad ABC News che nei «prossimi giorni» la Ford e le altre navi di superficie che compongono il gruppo d’attacco torneranno al porto di origine di Norfolk, in Virginia, come originariamente previsto, affinché possano prepararsi a implementazioni future. Il ritorno della portaerei rispetterà dunque tale programma e in ogni caso non lascerà sguarnita l’area: gli Stati Uniti, rimarca il funzionario, dispongono ancora di rilevanti capacità militari nella regione e i piani sono estremamente flessibili, consentendo lo schieramento di ulteriori incrociatori e cacciatorpediniere nel Mediterraneo e in Medio Oriente. La scorsa settimana, infatti, le navi d’assalto anfibio USS Bataan e USS Carter Hall hanno raggiunto il Mediterraneo orientale dal Mar Rosso, per ricongiungersi con la USS Mesa Verde. Obiettivo: aumentare e potenziare il dispositivo militare americano presente nella zona e al contempo sostenere Israele con afflusso di materiali bellici, nonché con l’arrivo di 2.200 marines statunitensi della 26a Marine expeditionary unit (Meu) a bordo delle navi.

Dissuasione

Sulla scia dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, anche altri Paesi hanno inviato navi da guerra nel Mediterraneo orientale – creando la più grande presenza navale in quella regione da decenni – come parte di uno sforzo per scoraggiare Hezbollah e l’Iran. Alla Ford si è aggiunta successivamente la USS Dwight D. Eisenhower, alla quale in un primo tempo era stato originariamente ordinato di presidiare il Mediterraneo orientale, salvo poi stabilire un cambio di rotta verso la regione del Golfo Persico per dissuadere l’Iran dall’allargare la guerra tra Israele e Hamas. L’Eisenhower rimane schierata in Medio Oriente e si trova attualmente nel Golfo di Aden, a est dello Yemen, dove le tensioni sono aumentate nelle ultime settimane poiché i militanti Houthi hanno utilizzato droni e missili balistici per attaccare le navi commerciali nella regione del Mar Rosso, in segno di ritorsione contro i Paesi che si schierano con Israele e per manifestare il proprio sostegno ad Hamas. Diversi cacciatorpediniere della Marina statunitense dei gruppi d’attacco Ford ed Eisenhower sono stati schierati nel Mar Rosso, dove hanno abbattuto droni e missili Houthi diretti nella loro direzione o verso Israele.

Il progetto

Lunga 337 metri, larga 78 nel punto più ampio del ponte di volo, e ben 41 metri sulla linea di galleggiamento, la Gerald R. Ford ha oltre 100 mila tonnellate di stazza e un dislocamento di 104 mila tonnellate. Intitolata al trentottesimo presidente degli Statu Uniti, è un’unità ultra moderna e capostipite di una nuova classe di portaerei americane a propulsione nucleare (CVN, Cruiser Voler Nuclear). La costruzione è iniziata nel 2005 in Virginia negli storici cantieri navali Northrop Grumman di Newport News. Il progetto, fin dall’impostazione, aggiorna i punti forti di potenza, manovrabilità, autonomia illimitata e capacità di carico di aerei della leggendaria USS Nimitz (CVN-68) Nella primavera del 2021 ha concluso la fase di prove ed è entrata in servizio attivo con un equipaggio di circa 5mila unità. I costi sono stati imponenti e in costante aumento durante gli anni della costruzione, arrivando a quasi 13 miliardi di dollari.

Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA