Migranti, la Germania blinda i confini. Nuovo scontro con l'Italia, l'Ue prova a mediare

il rischio è che i 27 arrivino al vertice di Granada in ordine sparso il 5 e 6 ottobre

Sabato 30 Settembre 2023
Migranti, la Germania blinda i confini. Nuovo scontro con l'Italia, l'Ue prova a mediare

Migranti, lo scontro tra Italia e Germania rischia di allargarsi ben oltre il ruolo delle Ong. Berlino, ritenendo eccessivo il numero di arrivi di rifugiati sul suolo tedesco, ha annunciato una nuova stretta ai confini: dopo la Polonia riguarderà quelli con Austria, Svizzera e Repubblica Ceca.

Sullo sfondo c'è uno dei nodi che il cancelliere Olaf Scholz potrebbe portare al vertice europeo della settimana prossima: quello dei movimenti secondari. E nel mirino c'è soprattutto l'Italia.

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Migranti, tensione Berlino-Roma

La tensione tra le due capitali rischia così di sfaldare il lavoro diplomatico che da giorni, a Bruxelles, hanno messo in campo sia la presidenza spagnola che Ursula von der Leyen in vista del summit di Granada del 5-6 ottobre. E il rischio che i 27 arrivino in Andalusia in ordine sparso sul Patto sulla migrazione si fa via via più concreto. Lunedì la riunione dei rappresentanti permanenti dei Paesi membri è chiamata a discutere la Dichiarazione di Granada che la presidenza spagnola sta preparando per il vertice. Gli sherpa stanno lavorando ad un testo esile: allargarlo e approfondirlo troppo rischierebbe di non avere le firme di tutti i leader. La Dichiarazione farà certamente riferimento alla resilienza strategica dell'Ue, sia dal punto di vista economico sia da quello della difesa. E includerà anche il tema migrazione. Qui, al momento, si naviga a vista. Sulla dimensione esterna del dossier, nonostante il Memorandum con la Tunisia proceda a singhiozzo e abbia indispettito i leader dell'area socialdemocratica, l'accordo politico è a portata di mano. È sulla dimensione interna che gli sherpa dell'Ue dovranno fare gli starordinari. Lo stop dell'Italia alla proposta di compromesso presentata dalla Spagna giovedì scorso sul regolamento delle crisi migratorie ha rallentato i negoziati.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz

Migranti, il nodo ong

Lo scontro sulle Ong tra Berlino e Roma che si è prodotto parallelamente rischia di dilazionarli pesantemente. Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Paestum per la kermesse di Forza Italia, ha ribadito la controproposta che Roma potrebbe presentare per emendare il regolamento sulle crisi. Se è vero che nel testo le attività delle Ong sono escluse da situazioni definibili come strumentalizzazione della migrazione, allora «se un Paese finanzia una Ong per raccogliere migranti in mare, cosa giusta e doverosa, poi questa nave non deve per forza andare in Italia. Deve andare nel Paese di cui batte bandiera», ha insistito Tajani. «Se la Germania finanzia le Ong per raccogliere i migranti, non farli andare in Germania e farli andare tutti in Italia, non va bene. Non è questa certamente la solidarietà europea», ha sottolineato ancora il titolare della Farnesina. La Germania, per il momento, tiene il punto. E Scholz, allo stesso tempo, ha annunciato la nuova stretta ai confini. Con un duplice obiettivo: da un lato aumentare i controlli alle frontiere est con Polonia e Repubblica Ceca, in seguito al 'visa-gatè che ha coinvolto il governo polacco; dall'altro impedire l'ingresso dal confine Sud (Austria e Svizzera) di migranti che non sono stati registrati nel Paese di primo approdo, quasi sempre l'Italia. Tema, quello delle mancate registrazioni, che la ministra dell'Interno tedesca Nancy Feaser aveva già affrontato al Consiglio Affari Interni a Bruxelles. A manifestare tutto il disappunto di Roma per l'ultima mossa tedesca ci ha pensato il principale partito di maggioranza. La decisione di Scholz «è l'ennesima dimostrazione di quanto la sinistra sia ipocrita e imbarazzante», hanno dichiarato i capigruppo di Fdi al Senato e alla Camera, Lucio Malan e Tommaso Foti. «Si tratta dello stesso cancelliere alla guida di una maggioranza socialista e di estrema sinistra che si vanta di finanziare le Ong per trasportare migranti in Italia», hanno aggiunto gli esponenti del partito di Giorgia Meloni. In questo clima è arduo, per l'Ue, trovare una quadra sul regolamento delle crisi, e quindi sull'intero Patto sulla migrazione e l'asilo. Anche perché senza un accordo sulla gestione delle crisi migratorie l'Eurocamera non ripartirà con i negoziati sugli altri file del Patto. I vertici comunitari, in ogni caso, non hanno cambiato obiettivo: l'accordo va concluso entro l'anno. Ma la strada, d'improvviso, si è fatta ripidissima.

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