Carla Fendi: mecenate del bello tra moda e musica

Martedì 20 Giugno 2017 di Paola Pisa
Carla Fendi: mecenate del bello tra moda e musica
Quando non c'era niente, si poteva pensare al tutto. La famiglia Fendi iniziò così, armata soltanto di fantasia e creatività, nel 1925, in un minuscolo negozio in via Del Plebiscito. I primi in ordine di tempo, furono i genitori, Adele Casagrande e Edoardo Fendi: «Un fornitore- raccontò Carla Fendi scomparsa ieri a Roma a un passo dagli 80 anni- li incoraggiò con un prestito». Con ascendenze miste- Napoli e Torino nei geni- le cinque sorelle Fendi (oltre a Carla, le tre maggiori Paola, Anna e Franca e la minore, Alda) iniziarono a farsi strada nel mondo della moda, senza neanche saperlo, quando erano già in fasce. Carla aveva buona memoria e non dimenticava l'estrazione familiare: «Mia madre aveva perso presto il padre e grazie a una zia fiorentina iniziò a lavorare molto presto. Era un tempo in cui alle donne che si sollevavano le maniche si rivolgeva sospetto e diffidenza. Ma mamma si ribellava all'idea di essere foraggiata da altri e quelle maniche se le rimboccò in prima persona».
LA PIÙ ESTROVERSA
Carla era la più estroversa, comunicativa e entusiasta rappresentante di quella dinastia che nata con mamma Adele e papà Edoardo raggiunse le vette della moda mondiale. Cominciò tutto così prima che la storia si impossessasse della doppia effe e le sfilate e il riconoscimento planetario facessero il resto. Donna colta, mecenate per inclinazione e scelta, Carla Fendi legò alla moda e alle arti tutta la sua esistenza. Il padre era stato buon profeta: «Il marchio Fendi diventerà celebre. Perché ha poche lettere, è un cognome che entra subito in testa ed ha una melodia che rimane immutata che si usi il francese o l'inglese».L'educazione era dura. Militaresca. Senza indulgenze. «Mia madre, per non darci un ceffone si mordeva le mani e quel linguaggio del corpo per noi era chiaro, evidentissimo». Nel corso degli anni, quando l'esempio dei genitori era stato introiettato, attorno al desco sedevano le sorelle. Si ragionava, a volte si litigava aspramente, ma l'affetto rimaneva saldo perché l'impresa era comune e l'obiettivo unico. Si divisero le competenze e a Carla toccò un aspetto, quello comunicativo, che era insieme futuro e lezione dei buoni precetti del passato. Sua madre le ripeteva sempre che il fondamento di una prospettiva a venire era per dirla con una parolaccia contemporanea, nel customer service.
ACCOGLIERE IL CLIENTE
Nell'aprire le braccia al cliente di turno. Quella gentilezza, Carla lo sapeva, era più di un'apertura di credito. Significava farsi ricordare, significava una promessa di ritorno. Una delle più straordinarie creazioni della famiglia Fendi è aver saputo immaginare una prospettiva e saper andare oltre le generazioni. Carla e le sorelle erano un team affiatato e indimenticabile. La storia di famiglia era più di un tatuaggio. Nel 1932 Adele e Edoardo presentarono la prima collezione di borse Selleria e aprirono una boutique in Via Piave. Sempre a Roma, città che hanno sempre amato e sostenuto e che non dimenticavano mai di citare quando parlavano delle loro origini. Nel 1964 Fendi apre in via Borgognona, e le pellicce della maison romana sono le più belle del mondo. Le sfilate durante la settimana della moda milanese lasciano a bocca aperta anche perché nel 1965 è arrivato Karl Lagerfeld, giovane designer, che con loro rivoluziona visoni, volpi, zibellini, e tutte le altre pelli che trasforma, abbellisce, le rende lievi come fossero piume.
I VIAGGI
Carla viaggia, gira il mondo, sempre accompagnata dal marito Candido Speroni un sodalizio fantastico. Tra le stanze di Palazzo Ruspoli, gli orizzionti di Via della Camilluccia e i viaggi intercfontinentali, rappresentavano una coppia ammirata in tutto il mondo. Riconoscevano al viaggio un'importanza fondamentale perché emigrare e far emigrare le idee, i colori e la sapienza antica era già un indizio di modernità. Le Fendi arrivarono negli Stati Uniti negli anni 70 e da lì, non senza battagliare, seppero imporsi in loco ed espandere le brame e il marchio anche verso l'Asia. Carla che andava a Spoleto e parlava con Menotti come fosse un fratello, Carla che era amica di Fellini e andava a camminare con Giulietta, Carla che era un simbolo di Roma e a Roma aveva deciso di restare, fino a ieri. Per sempre.
 
Ultimo aggiornamento: 13:57