Salvare Venezia dai troppi turisti sfidando anche l'impopolarità

Domenica 19 Febbraio 2017
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Egregio Direttore,
sabato 11 febbraio io e mia moglie, provenienti dalla Chiesa degli Scalzi, a Venezia non siamo riusciti a ritornare in fondamenta Cannaregio, dove abitiamo, per l'imbottigliamento umano spaventoso incontrato in prossimità del Ponte delle guglie, sovraffollato all'inverosimile tanto da dare la sensazione di un monoblocco di teste ferme, immobili.
Ora mi chiedo se un ponte costruito 500 anni fa circa per unire due isole, possa sopportare tra l'indifferenza generale un carico umano come quel sabato pomeriggio.

Come sono state utilizzate quella sera le forze dell'ordine, come hanno garantito la sicurezza dei cittadini, come hanno garantito i corridoi per un eventuale intervento del Suem o dei vigili del fuoco? Dov'erano i controlli antiterrorismo, dov'era il tanto menzionato decoro della città?


Sergio Scarpa
Venezia


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Caro lettore,
non so dare una risposta alle sue domande. Ma basta girare per la città di Venezia in questi giorni, in particolare durante i fine settimana, per rendersi conto che non è più possibile non regolamentare in qualche modo i flussi turistici. Non si tratta di penalizzare o respingere chi vuole venire a Venezia, ma di salvaguardare gli equilibri fragili della città storica. Anche nell'interesse dei turisti di oggi e di domani. 

Periodicamente come è accaduto in questi giorni, si accendono dibattiti sull'insostenibile pressione turistica che incombe su Venezia e i suoi abitanti. Purtroppo questi dibattiti si esauriscono in qualche giorno e tutto poi resta come prima. È davvero giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. Non credo esista una ricetta magica. Probabilmente occorrerà sperimentare più forme di intervento (ticket d'ingresso o sugli acquisti, numero chiuso totale o parziale, regolamentazione dei flussi etc) verificandone concretamente l'efficacia sul campo. 

Servono coraggio e pragmatismo. Ma il tempo dei dibattiti e delle dispute ideologiche è finito. Bisogna agire, sfidando se necessario l'impopolarità e le resistenze corporative. Venezia è troppo importante, non può affogare nelle parole.
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