Venezia e il degrado, una questione nazionale

Mercoledì 31 Agosto 2016
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Egregio direttore,
desidero raccontare l’ennesima avventura accorsami nella nostra amata, ma bistrattata e violentata città, consapevole sempre più che Venezia non è più una città ma un parco di divertimenti dove tutto diviene lecito. Scendo a piazzale Roma dal motoscafo e nella fondamenta che conduce agli autobus davanti all’ufficio postale sono sdraiati due turisti che mangiano e bevono. Ho fatto presente a un vigile la cosa. Risposta: poichè la zona segnalata non è centro storico, non possiamo intervenire. 


Roberto Vianello
Venezia


Caro lettore,
anche a me, domenica, uscendo dalla messa a San Silvestro è capitato di dover scavalcare un po’ di persone che avevano tranquillamente deciso di “apparecchiare” i gradini d’ingresso della chiesa e di utilizzarli come luogo dove consumare il pranzo con la necessaria dotazione di tovaglioli e bicchieri. Ma, superato un moto di immediata e istintiva collera, ho pensato che quei turisti, in fondo, hanno poche colpe: evidentemente non posseggono nè la cultura nè la sensibilità per comprendere che non è quello un luogo dove sedersi a mangiare, soprattutto mentre è in corso una cerimonia religiosa. Nessuno però glielo ha spiegato. Non penso neppure che sia giusto prendersela con i vigili urbani, che, oltre ad essere troppo pochi, sono spesso costretti, come nel suo caso, a dover fare i conti con vincoli e limitazioni. Il degrado di Venezia non si combatte semplicemente con qualche multa in più o con qualche nuovo divieto. Gli uni e gli altri servono, sia ben chiaro, eccome se servono. Ma la posta è più alta: o si fa comprendere al governo e al resto del Paese, che questa città ha bisogno di attenzioni particolari e di poteri speciali anche nella gestione dei flussi turistici o non se ne esce. Il turismo è una risorsa fondamentale per Venezia, non un fastidio o un impiccio. Ma va gestito, regolato e, se necessario, limitato, tenendo nel giusto conto le esigenze anche di chi ci vive. Tocca alla politica muoversi e decidere. E a quella locale, in particolare, compete di trasformare la questione Venezia in questione nazionale. La sfida è questa. Prendersela invece con i giornali, come qualcuno ha fatto, perchè denunciano con energia il degrado e gli oltraggi ripetuti alla città, è solo una dimostrazione di scarsa lungimiranza. Noi, comunque, non ci fermeremo.
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