La tolleranza non può essere arrendevolezza

Giovedì 13 Aprile 2017
7
Egregio direttore,
con interesse, ho recentemente seguito sul nostro Gazzettino una corretta e civile controversia sull'argomento tolleranza, e ho tratto la mia opinione. Sostengo che la tolleranza abusata oltre ogni ragionevolezza sia un inconfutabile falso, inventato solo per plasmare gli uomini riducendone e modificandone la volontà individuale. Numerose volte diventa infida, tanto da trasformasi in violenza nei confronti delle persone che non desiderano, per scelta, condividere lo stare assieme, inducendole a fare enormi sforzi anche nel prendere assieme un caffè. Politicamente parlando, la parola tolleranza è diventata una norma ottima in tutte le occasioni, tanto da diventare il cavallo di battaglia di chi non riconosce il rispetto degli altri. Chi ha a cuore la libertà, deve pretendere il rispetto come diritto e rigettare la tolleranza quando è straripante di illogicità e pregiudizi.


Giancarlo Parissenti
Mestre


-- -- -- 

Caro lettore,
la tolleranza è uno dei capisaldi della nostra civiltà e tale deve restare.
Tuttavia è sempre vero ciò che scriveva un grande filosofo come Karl Popper: Libertà e tolleranza in una società aperta non dovrebbero essere pensate come illimitate. Anche se dobbiamo garantire libertà d'opinione a tutti coloro che sono disposti a ricambiarla, non dobbiamo includere in questa garanzia quanti si impegnano a diffondere intolleranza o violenza.
Credo che sia una indicazione importante: troppi reclamano diritti ma non sono poi disposti ad accettare le nostre leggi e le nostre regole di convivenza. Anzi spesso puntano a distruggerle ed a indebolirle. Nei confronti di costoro dobbiamo aver la forza e la lucidità di essere rigorosamente intolleranti.
Soprattutto in una fase storica come quella attuale, la tolleranza non può essere sinonimo di ignavia o arrendevolezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci