Contro il terrore ritrovare la forza della nostra civiltà

Mercoledì 27 Luglio 2016
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Caro Direttore,
perché loro (gli islamici) si sentono così sicuri e forti e noi così fragili e indifesi? Da dove si dovrebbe cominciare, per capire?


Gino De Carli
Venezia



Caro lettore,
non so se gli islamici si sentano così sicuri e forti. Se si riferisce alla terribile sequenza di attentati da parte degli estremisti islamici di Isis, questo non è necessariamente un indizio di forza. Anzi, per certi aspetti, è il suo esatto contrario. L’Isis, infatti, è una realtà complessa e asimmetrica. Opera sia come esercito tradizionale del cosiddetto califfato ( il Daesh, lo Stato islamico), sia come organizzazione terroristica. E tanto è più debole sul piano politico-militare tradizionale, quanto più agisce utilizzando la leva del terrore.

Ed è quello che, sembra di capire, sta accadendo in questo momento, a fronte delle difficoltà che l’Isis “ufficiale” sta incontrando in Siria e Iraq. Detto ciò, è però fuor di dubbio che noi, europei, viviamo una stagione di profonda insicurezza e fragilità. Una sensazione di declino incombente che l’offensiva terroristica islamica ha fatto emergere in tutta la sua evidenza. Ci sentiamo smarriti e sfiduciati. Nel migliore dei casi siamo animati da una generica voglia di reagire, ma, alla resa dei conti, non sappiamo come farlo. Come mai? E’ ovviamente un discorso molto complesso. Da saggio, non da rubrica di dialogo con i lettori. Ma credo dovremmo iniziare a riflettere sull’opera di sistematica demolizione che è stata condotta negli ultimi decenni sulla nostra storia e sulla nostra identità culturale, politica e religiosa. Tutto ciò che siamo e abbiamo costruito è stato progressivamente delegittimato, come se fosse un brutto incidente della storia o come se dovessimo vergognarcene. Si è creato un vuoto senza aver peraltro la capacità di riempirlo di altri contenuti. Forse dovremmo ripartire da qui. Capire ciò siamo stati e ciò che potremo essere. Certo, il mondo è cambiato a una rapidità inimmaginabile e anche il Vecchio Continente deve adeguarsi. Ma in questa nuova dimensione globale, la nostra civiltà ha così tanto da invidiare alle altre? Nonostante tutto, a me non pare proprio 
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