Nell'albergo sotto la valanga l'Italia che lavora per gli altri

Domenica 22 Gennaio 2017
Caro direttore,
è motivo di conforto, in questi tempi non propriamente felici, osservare all'opera i Vigili del Fuoco. Sono di queste ore le immagini dei loro interventi nelle zone terremotate e perseguitate dalla inclemenza del maltempo. Suscitano stupore e meraviglia, nel panorama generale del pressapochismo che domina questo nostro acciaccato Paese, l'esibizione silente, sicura, miracolosa del loro operare che infonde nell'animo fiducia e sicurezza. Se, poi, aggiungi a tale immagine, il loro plauso al bimbo estratto in vita dall'Albergo ( e ciò grazie a loro ) e quelle carezze tra il rude degli Uomini forti e l'affettuoso di coloro che vogliono bene, la commozione che prende alla gola è ampiamente giustificata e beata.

Iginio Gianeselli

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Caro lettore,
insieme ai Vigili del Fuoco citerei anche gli uomini della Guardia di Finanza e del Soccorso alpino che sono intervenuti a Rigopiano. Ma non dobbiamo stupirci: l'Italia, per fortuna, è anche questa. E se questo nostro a volte sciagurato Paese è riuscito tante volte a rimettersi in piedi e a rialzare la testa, è perché tra di noi ci sono tanti oscuri uomini e donne come quelli, che senza risparmiarsi e spesso anteponendo l'impegno per la salvezza degli altri alla propria sicurezza personale, hanno lavorato senza sosta per riportare in superficie gli ospiti del resort abruzzese sepolto dalla neve e dalle macerie. Quelle immagini che abbiamo visto sui giornali e sulle TV sono il volto di un'Italia che sa soffrire e faticare. E non se ne vergogna.
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