Caro direttore,
secondo tutti i sondaggi oggi i 5 Stelle sono i candidati più accreditati per prevalere alle prossime elezioni nazionali. Però non avranno i numeri per governare. Verissimo. Ma... Proviamo a entrare nel merito partendo dal presupposto che vinceranno con una percentuale intorno al 35% grazie agli indecisi dell'ultimo giorno che, dopo aver spinto Renzi oltre il 40% alle europee di 3 anni fa, in questa occasione probabilmente favoriranno proprio loro. Forti di questo risultato si presenteranno in Parlamento a chiedere la fiducia su un programma con due priorità assolute, molto sentite soprattutto dalla parte più povera dell'elettorato: il reddito di cittadinanza e la questione morale (corruzione, stipendi e pensioni d'oro, vitalizi ecc.). A questo punto se la sentirà il Pd di negar loro la fiducia su questo programma col rischio di perdere ancora più rovinosamente alle nuove elezioni? Molto più opportuno lasciarli governare confidando in una loro crisi e solo allora sfiduciarli per presentarsi poi alle elezioni nelle vesti di salvatori della patria.
Moccia Giovanni
Venezia
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Caro lettore,
negli ultimi tempi spesso i vincitori annunciati dai sondaggi sono risultati poi perdenti all'apertura delle urne. Oggi i 5 Stelle hanno il vento in poppa, ma, un anno è lungo e l'elettorato italiano si è dimostrato quanto mai mobile e fluttuante. Come dimostra anche la parabola di Matteo Renzi.
La prudenza dunque è d'obbligo anche per il movimento fondato da Beppe Grillo. Se comunque, come oggi i sondaggi lasciano intendere, i 5 Stelle vincessero le elezioni voglio credere che si presenteranno al Paese e al Parlamento con un programma di governo un po' più articolato di quello che lei prevede. O che, almeno, spieghino dove e come intendono recuperare le risorse economiche necessarie per finanziare il reddito di cittadinanza.
Il presidente dell'Istat ha calcolato infatti che questa misura, così come immaginata nel progetto di legge presentato dai grillini, costerebbe 14,9 miliardi di euro, cioè quanto una manovra finanziaria. Bene: dove li prendiamo questi soldi?
Già rispondere a questa semplice domanda sarebbe importante.
Ultimo aggiornamento: 15:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA secondo tutti i sondaggi oggi i 5 Stelle sono i candidati più accreditati per prevalere alle prossime elezioni nazionali. Però non avranno i numeri per governare. Verissimo. Ma... Proviamo a entrare nel merito partendo dal presupposto che vinceranno con una percentuale intorno al 35% grazie agli indecisi dell'ultimo giorno che, dopo aver spinto Renzi oltre il 40% alle europee di 3 anni fa, in questa occasione probabilmente favoriranno proprio loro. Forti di questo risultato si presenteranno in Parlamento a chiedere la fiducia su un programma con due priorità assolute, molto sentite soprattutto dalla parte più povera dell'elettorato: il reddito di cittadinanza e la questione morale (corruzione, stipendi e pensioni d'oro, vitalizi ecc.). A questo punto se la sentirà il Pd di negar loro la fiducia su questo programma col rischio di perdere ancora più rovinosamente alle nuove elezioni? Molto più opportuno lasciarli governare confidando in una loro crisi e solo allora sfiduciarli per presentarsi poi alle elezioni nelle vesti di salvatori della patria.
Moccia Giovanni
Venezia
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Caro lettore,
negli ultimi tempi spesso i vincitori annunciati dai sondaggi sono risultati poi perdenti all'apertura delle urne. Oggi i 5 Stelle hanno il vento in poppa, ma, un anno è lungo e l'elettorato italiano si è dimostrato quanto mai mobile e fluttuante. Come dimostra anche la parabola di Matteo Renzi.
La prudenza dunque è d'obbligo anche per il movimento fondato da Beppe Grillo. Se comunque, come oggi i sondaggi lasciano intendere, i 5 Stelle vincessero le elezioni voglio credere che si presenteranno al Paese e al Parlamento con un programma di governo un po' più articolato di quello che lei prevede. O che, almeno, spieghino dove e come intendono recuperare le risorse economiche necessarie per finanziare il reddito di cittadinanza.
Il presidente dell'Istat ha calcolato infatti che questa misura, così come immaginata nel progetto di legge presentato dai grillini, costerebbe 14,9 miliardi di euro, cioè quanto una manovra finanziaria. Bene: dove li prendiamo questi soldi?
Già rispondere a questa semplice domanda sarebbe importante.
