Perché dobbiamo avere sempre bisogno di eroi?

Martedì 30 Agosto 2016
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Caro direttore,
nelle cronache dai luoghi terremotati ho colto il particolare della rosa rossa eretta sulle macerie. Il particolare della porta “chiusa” senza muri attorno. Ho riscoperto un cronista composto, serio e mai qualunquista (Mario Ajello) di solito saggista del Gazzettino su temi impegnati di società e politica. Ha raccontato con dolcezza (Gazzettino 28/8 pag. 5) del Presidente Mattarella come “nonno” per Giulia morta e Giorgia salvata dai vigili del fuoco. Ho ammirato un vescovo, Monsignor D’Ercole, che ha pregato (finalmente) come stanno pregando i sopra vissuti ai crolli e tutti noi quasi inermi spettatori: “Ho chiesto a Dio: e adesso che si fa?” Ho coltivato la segreta speranza che finalmente (alla solita diatriba politica) subentri il rispetto dei terremotati vivi e l’impegno per ricuperare ciò che il terremoto ha distrutto. “Dobbiamo superare “insieme” questo momento della emergenza e poi “insieme” decidere come ricostruire territori e comunità spezzate dal sisma” è il coraggioso invito di Renzi. E’ pure manifesto il desiderio di papa Francesco di percorrere, assieme ai terremotati, le “zone rosse” dei territori duramente colpiti dal sisma.



Natalino Daniele
Rubano (Pd)



Caro lettore,
il nostro Paese spesso dà il meglio di sé nelle tragedie. Anche la politica, in questi giorni, ha ritrovato una sua compostezza. E’ giusto sottolinearlo e, per certi aspetti, esserne anche orgogliosi. Ma sarebbe assai più utile se questa energia positiva fosse messa a frutto prima, per evitare che le tragedie si verifichino o fare in modo che gli effetti siano meno devastanti di quelli che abbiamo sotto gli occhi. Giornali e tv in questi casi scoprono tanta gente comune che mette in gioco se stessa per salvare vite, per aiutare gli altri, per alleviarne le sofferenze. Storie commuoventi, di solidarietà vera e intensa per le quali, una volta tanto, non è eccessivo usare il termine “eroi”. Ma giova sempre ricordare ciò che scriveva Brecht: “Sventurato quel Paese che ha (troppo spesso) bisogno di eroi”
Ps. grazie per le parole (meritatissime) sul lavoro di Ajello 
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