Partite Iva e le buone leggi
“uccise” dalla burocrazia

Sabato 6 Febbraio 2016
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Caro direttore,
il ddl del governo sul lavoro autonomo ha gettato uno spiraglio di luce su una categoria perennemente ignorata, quella dei lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata (che non fanno capo ad albi od ordini professionali) che, versando un’aliquota Inps pari a oltre il 27%, avrebbero la “pretesa” di affrontare con un minimo di serenità economica malattia e infortuni. In autunno ho dovuto sottopormi a un intervento chirurgico alla schiena che mi ha obbligata a restare distesa astenendomi dal lavoro per tre settimane. Dal momento che anche gli iscritti alla gestione separata hanno diritto all’indennità di malattia e degenza, per quanto irrisoria, ho presentato tutte le richieste (procedura telematica ma complicata, ho dovuto chiedere aiuto al commercialista); il certificato medico viene spedito via Internet, direttamente dall’ospedale o dal medico curante. A distanza di tre mesi l’Inps mi comunica il rifiuto di tutte le istanze perchè non ha ricevuto i certificati medici: si tratta palesemente di un errore del sistema, dal momento che la documentazione era stata caricata da ospedale e medico. Dulcis in fundo questo fantomatico “sistema” mi ha assegnato una sede territoriale a 50 km dal mio luogo di residenza (Pieve di Cadore, io abito a Sedico), e l’unico modo che ho per comunicare con tale sede è presentarmi di persona (le sedi territoriali non rispondono più al telefono). Confrontandomi con i colleghi scopro storie anche più sconcertanti: persone che in vista di un intervento per un tumore si sono viste rispondere dall’istituto di previdenza che “la domanda è complicata, e per quei 20 euro al giorno che ti daranno non vale neanche la pena presentarla”. Ai pochissimi diritti si somma quindi un’indifferenza e un’inefficienza totale, situazione sicuramente peggiorata con la digitalizzazione di tutti i processi, sbandierata come una riforma per avvicinare i cittadini alle istituzioni ma che dato il pessimo funzionamento dei siti le ha rese praticamente inaccessibili. Resta l’amaro in bocca e la consapevolezza di vivere in un Paese che ti spreme come un limone fintantoché sei in grado di lavorare ma ti sbatte la porta in faccia nel momento in cui hai bisogno di aiuto.

Dott.ssa Lorenza Valt

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Cara lettrice,
ci sono categorie di lavoratori, come quella a cui lei appartiene, che sembrano avvolte in un cono d'ombra. Per misconosciute ragioni, i loro diritti valgono meno, non hanno cittadinanza nella sfera della politica sociale del Paese. Il governo, recentemente, ha provato a porre rimedio a questo vuoto, dando vita a una sorta di nuovo statuto dei lavoratori autonomi che aumenta le tutele per una parte delle cosiddette partite Iva. Provvedimento non solo giusto, ma necessario. Tuttavia la sua storia, come quella di altri suoi colleghi alle prese troppo spesso con una burocrazia ottusa e inefficiente, ci fa temere che, se oltre alle norme non cambieranno anche le teste (e le macchine), molto resterà come prima. Bismark diceva che: "Con cattive leggi e buoni funzionari si può pur sempre governare. Ma con cattivi funzionari anche le buone leggi non servono a niente". In Italia ce ne dimentichiamo troppo spesso.
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