Caos Afghanistan, ora l’Europa deve dimostrare una propria capacità di iniziativa ed intervento

Mercoledì 18 Agosto 2021

Caro direttore,
l'impressionante pagina con le foto dei nostri ragazzi morti in Afghanistan, pubblicata sul Gazzettino, parla più di qualunque discorso. Si sapeva che sarebbe finita così: questa la frase pronunciata dal padre di Matteo Miotto, alpino. Una frase impressionante quanto le foto. La democrazia è una gran bella cosa, ma l'idea di esportarla a forza si è ripetutamente dimostrata fallimentare. Immaginare di portare McDonald's, Coca Cola e il nostro modo di vivere in paesi in cui vigono da sempre modi tribali di intendere la convivenza e un rispetto della vita umana pari a zero, mi sembra sia quanto meno utopistico, soprattutto se si pensa di farlo in pochi anni e con le armi. La Libia è un altro esempio perfetto di politica dissennata.
Un cambiamento culturale richiede un paziente lavoro di testimonianza, e soprattutto che le persone accettino il nostro modo di vivere e lo condividano. Il sospetto che, oltre a liberare quelle popolazioni dal tiranno ci sia la spasmodica volontà di invadere altri mercati e di lucrarci sopra, mi fa pensare a quel tale che sosteneva che In tempi aristocratici, ciò che ha valore non ha prezzo; in tempi democratici, ciò che ha prezzo non ha valore. I nostri ragazzi morti a Kabul hanno pagato il loro valore a caro prezzo.

Tiziano Lissandron
Cadoneghe (Padova)


Caro lettore,
ciò che sta accadendo in Afghanistan merita e meriterà riflessioni profonde e una forte capacità autocritica da parte del fronte occidentale e in particolare degli Stati Uniti.

Esportare la democrazia è un principio a cui gli Usa, pur tra molte contraddizioni, hanno ancorato dalla Seconda guerra mondiale in poi una delle linea prevalenti della loro politica estera. Tuttavia dove le regole democratiche sono del tutto sconosciute, dove non esistono partiti politici ma al massimo tribù in atavica lotta fra di loro, dove la nostra idea di diritti umani è lontana anni luce dalla realtà quotidiana, introdurre regole democratiche è un processo lungo e lento, che non può avvenire con la sola forza delle armi e che ha un elevato rischio di insuccesso. Come dimostra appunto il caso Afghanistan. C'è poi una seconda considerazione da fare e riguarda più il futuro che il presente. Di fronte al fallimento sostanziale dell'impegno americano in Afghanistan e alla ritirata delle forze Usa, l'Europa, che tra l'altro rischia di dover fronteggiare un'invasione di profughi afghani, potrebbe giocare un ruolo chiave sul piano politico, diplomatico e militare. Purtroppo non so se ne avrà la forza e la determinazione. Ma ciò che sta accadendo in quel paese e le prevedibili conseguenze dell'arrivo al potere dei talebani, ci confermano l'esigenza di un'Europa in grado di muoversi autonomamente, senza venir meno al rapporto di alleanza con gli Stati Uniti, ma con una propria capacità di iniziativa e intervento.

Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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