Nessuna vendetta con Riina Solo doverosa intransigenza

Giovedì 8 Giugno 2017
7
Egregio direttore,
italiani sotto shock per la prospettiva, balenata dalla Cassazione, di concedere all'ergastolano Totò Riina la possibilità di finire i suoi giorni con i conforti familiari. Per i supremi magistrati 17 ergastoli e centinaia di morti sulla coscienza non possono impedire, ad uno Stato forte e democratico, un atto di umanità verso uno dei più feroci assassini della nostra storia. Sembra allargarsi sempre più, pertanto, la distanza e l'incomprensione, presente da tempo nel nostro paese, fra il comune sentire dei cittadini ed i magistrati.


Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)


Caro lettore,
a me non sorprende che una certa magistratura, abituata a far prevalere il formalismo sulla sostanza dei fatti, possa ritenere legittimo, se non persino giusto, che Totò Riina trascorra la fase finale della sua vita a casa in quanto malato. Mi sorprende piuttosto leggere e ascoltare autorevoli commenti favorevoli a questa ipotesi. Come se Riina fosse un delinquente o un mafioso qualsiasi. No, Riina è ancora uno dei capi di Cosa Nostra, non ha mai abdicato al suo ruolo, anzi ha approfittato di ogni occasione per ribadire la sua influenza criminale. Riina non è solo un boss, è il crudele stratega della guerra totale allo Stato, quella che è costata decine e decine di morti. Riina è un simbolo assoluto del male. Contro cui lo Stato non deve vendicarsi, ma dimostrarsi intransigente. Riina è stato condannato all'ergastolo, se è malato concluda la sua esistenza in una struttura sanitaria carceraria. È quello che merita. Nulla di più, nulla di meno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci