Finirà che alla ministra bugiarda daremo la laurea honoris causa

Martedì 20 Dicembre 2016
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Egregio direttore,
non si sente più parlare della gaffe, chiamiamola così, della nuova ministra della Scuola che aveva scritto di essere laureata quando non lo è mai stata. Anzi, a dire il vero, non si è mai neppure occupata di scuola visto che era una sindacalista del settore tessile. È bastato correggere di notte il curriculum e cancellare la parola laurea perché tutto fosse risolto? Ma non dovrebbe valere per tutti, e per i politici ancora di più, il principio che chi sbaglia paga? E poi che fiducia dovremmo avere noi cittadini nei confronti di una rappresentante del governo che non dice la verità neppure sulle scuole che ha frequentato?


Annalisa Fumagalli
Padova 


Caro lettore,
che il nuovo ministro dell'Istruzione inciampi sul suo titolo di studio, fa amaramente sorridere. Che poi, per discolparsi, sostenga la surreale tesi che quel suo diploma oggi varrebbe come una laurea breve, genera qualche seria preoccupazione sulle competenze del neo-ministro e sul futuro del nostro malconcio sistema scolastico. Perché il ministro Fedeli dovrebbe almeno sapere che per ottenere una laurea, breve o lunga che sia, bisogna prima aver almeno superato l'esame maturità, che lei invece non ha mai neppure sostenuto. Il problema però non è il titolo di studio. La storia della Repubblica è piena di ministri plurilaureati che hanno combinato disastri. Ma un esponente del governo ha un dovere di lealtà e credibilità nei confronti dei cittadini: può non aver la laurea e non aver fatto l'esame di maturità, non può bluffare sui suoi titoli di studio. In altri Paesi un ministro scoperto a taroccare il suo curriculum scolastico avrebbe ammesso il suo errore e si sarebbe silenziosamente fatta da parte. In Italia le cose vanno in modo un po' diverso. Così la neo ministra Fedeli, prima ha modificato il suo curriculum, sostituendo la laurea con il diploma, poi è partita al contrattacco sostenendo che c'era troppo aggressività contro di lei perchè è una ex sindacalista e perchè si è spesa a favore delle cosidette teorie gender. Succederà che dovremo chiederle scusa e proporla per una laurea honoris causa. O forse il governo di cui è ministra cadrà prima e il problema si risolverà da solo.
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