Vicenda marò, l’Italia non ha dato il meglio di sé

Giovedì 5 Maggio 2016
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Caro direttore,
finalmente una notizia che ci riempie di esultanza. Il marò Salvatore Girone rientra in Italia come stabilito dal Tribunale arbitrale dell’Aia e sia pur obtorto collo accettato dall’India, che tuttavia fisserà condizioni e garanzie prima del suo rientro.
Naturalmente si fanno già sentire le prime critiche velenose di coloro che da tanto tempo avevano suggerito la giusta strada da percorrere per far tornare a casa i marò, ma che il governo non li ha voluti ascoltare. Tanti bravi maestri che non conoscono neppure la materia che dovrebbero insegnare. Cosa sanno delle fortissime difficoltà ambientali incontrate in India per l’esasperato fanatismo nazionalista di quel paese che vuol cancellare anche l’ombra del lungo passato coloniale? O della durissima ostilità dimostrata contro l’Italia da Sonia Gandhi nel caso marò per non esacerbare l’opinione pubblica indiana che non l’ha mai gradita e la definisce l’ usurpatrice italiana? Forse è opportuno lasciar da parte le polemiche e gioire per avere a casa il nostro Girone. Ce lo auguriamo per Girone e Latorre di cui sono da ammirare la dignità e fermezza dimostrate, ma anche per tutti gli italiani che li hanno seguiti con vicinanza e affettuosa partecipazione nel loro drammatico caso.


Luciano Tempestini

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Caro lettore,
tutti dovremmo essere felici per il ritorno in Italia di Salvatore Girone. Anzi speriamo avvenga il più presto e confidiamo sul fatto che, se l'India frapponesse altre difficoltà e cercasse di rallentare il rientro in patria del nostro marò, il governo e le istituzioni internazionali reagiscano e intervengano con la necessaria energia. Per ciò che riguarda i commenti, forse alcuni sono ingenerosi o dettati da incompetenza. Ma se ieri anche il ministro della Difesa Pinotti si è sentita in dovere di affermare che "non è un mistero per nessuno che nella fasi immediatamente successive all'incidente siano stati commessi diversi errori", beh, questo forse significa che tante critiche non sono così ingiuste nè ingiustificate. I due marò dovevano e potevano essere meglio tutelati dal nostro Paese. Ora speriamo che la decisione del Tribunale dell'Aia sia l'inizio della fine di una vicenda drammatica. In cui, diciamolo sottovoce ma riconosciamolo, l'Italia non ha dato il meglio di sé. 
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