Nel caso della piccola Indi ha prevalso l’ideologia. Per qualcuno i diritti non hanno uguale dignità

Domenica 12 Novembre 2023
Nel caso della piccola Indi ha prevalso l’ideologia. Per qualcuno i diritti non hanno uguale dignità
Egregio Direttore,
sono rimasto impressionato dalla vicenda della piccola Indi Gregory. Cosa muove l’umanità nel suo insieme e ogni singolo individuo se non la Speranza con la esse maiuscola. Speranza che ogni mattina ci dà la forza di affrontare la giornata e i problemi, i dolori della vita quotidiana sperando appunto che il giorno dopo ci riservi qualche gioia e soddisfazione. Come si può dunque togliere a due genitori la speranza che la loro figlioletta possa continuare a vivere sperando che qualcosa accada, un miracolo, che le consenta di evitare la morte dopo così pochi mesi di vita? Certo l’ospedale Bambino Gesù offre solo cure palliative ma che consentono di mantenere una flebile speranza che per due genitori è già tutto, è una speranza che li rende consapevoli di aver tentato l’impossibile per la piccola Indi. La fredda valutazione scientifica accompagnata dalla altrettanto fredda valutazione giuridica tolgono la Speranza. Mi torna alla mente una frase che ho letto in passato: ”A quel che porta il domani anche se è dolore io dico si. Come lo dice il fiore alla sera perché domani può fiorire di nuovo”.
Maurizio Conti
Portogruaro


Caro lettore,
ciò che impressiona e sorprende è la glaciale e notarile asetticità con cui in Gran Bretagna è stato deciso di anticipare e di decretare la morte della piccola Indi. Una scelta netta e irremovibile che non si è voluta modificare o mettere in discussione nemmeno di fronte alla richiesta della famiglia di accompagnare il difficile percorso della bambina con cure palliative e neppure di fronte all’impegno dell’Ospedale Bambin Gesù di provare a salvarla applicando una terapia sperimentale che non avrebbe comunque fatto soffrire Indi. Nulla da fare. I giudici sono andati avanti per la loro strada, decretando non solo la fine di una vita umana ma dimostrando un’incredibile dose di arroganza intellettuale e di disprezzo. Verso i genitori di Indi ma anche verso la medicina. C’è però un altro aspetto di questa vicenda che fa riflettere. Per difendere il diritto di Indi di vivere e quello del papà e della mamma di sperare e di non essere cancellati nel loro ruolo di genitori da un tribunale, mi sarei atteso una partecipazione politicamente più trasversale. Invece ancora una volta l’impressione è che l’ideologia abbia prevalso. E che per qualcuno i diritti non hanno uguale dignità.
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