Giusto diffidare delle verità ufficiali, ma anche delle “teorie del complotto”. Il caso Frecce tricolori

Venerdì 29 Settembre 2023
Giusto diffidare delle verità ufficiali, ma anche delle “teorie del complotto”. Il caso Frecce tricolori

Caro direttore, 
non posso credere alla tesi che un uccello abbia causato l’abbattimento dell’aereo delle Frecce tricolori, con la conseguente morte della bimba di 5 anni. Bastasse l’incontro con un uccello per far cadere un aereo, chi avrebbe ancora il coraggio di volare? L’istantanea che oggi le tv mostrano, della presenza di uccelli davanti alle Frecce, può benissimo essere un fotomontaggio che anche un ragazzino può realizzare oppure la foto di un altro contesto. La causa del disastro, è sicuramente un’altra, ma è consigliabile tenerla nascosta. Del resto ad un uccello è complicato far causa.
Gerardo


Caro lettore, 
saranno le indagini e le inchieste aperte a stabilire la causa o le cause dell’incidente di Torino che ha coinvolto una delle Frecce tricolori e ha causato la morte di una bambina di 5 anni.

Ma che a provocare la perdita di quota e la successiva caduta dell’aereo della Pattuglia acrobatica nazionale possa essere stato l’impatto con uno stormo di uccelli o anche un solo volatile non è un fatto così eccezionale o improbabile. Solo in Italia, secondo i rapporti dell’Enac, nel 2022 ci sono stati ben 2.168 “bird strike”, come si chiamano in gergo tecnico questi eventi. Per fortuna nella quasi totalità dei casi non hanno provocato incidenti gravi o mortali, ma solo danni agli aerei o imposto atterraggi d’emergenza. Negli Stati Uniti si calcola però che ad oggi 724 persone abbiano perso la vita a causa di “bird strike” e 587 velivoli siano andati distrutti per un totale stimato di un miliardo di danni. Nella grande maggioranza dei casi si tratta di incidenti che, come a Torino, si sono verificati in prossimità di aeroporti e a relativa bassa quota. Dunque, anche se a chi non è esperto di aviazione può appare strano, non è così inverosimile che anche la caduta dell’aereo delle Frecce tricolori sia stato causato dall’impatto con uno o più volatili. Detto questo, non so se i dati che ho riportato possano essere una risposta ai suoi interrogativi e contribuire a superare il suo scetticismo su ciò che è accaduto a Torino e sulle possibili cause dell’incidente. Ho l’impressione di no. Perché in realtà, e mi perdoni la franchezza, lo spirito della sua lettera mi pare un altro. Nelle sue parole non c’è il legittimo esercizio del dubbio, prevale piuttosto la teoria del complotto, dell’ “altra verità” ovviamente nascosta e negata. Della serie: «Sanno cosa è davvero successo, ma non ce lo vogliono dire». E perché mai? Non mi fraintenda: non so cosa sia successo quel sabato vicino all’aeroporto di Caselle. E sono assolutamente convinto che farsi delle domande, non accettare le versioni ufficiali, interrogarsi e porsi dei dubbi sia un esercizio vitale. Utile e necessario in ogni ambito, personale o professionale. Ma quando il dubbio diventa patologico e onnipresente, quando nulla di ciò che appare ci sembra vero, si rischia di entrare in un circolo vizioso, senza fine. Che non ci aiuta a capire meglio e di più ciò che accade. Ma anzi ce ne allontana. Forse dovremmo farci delle domande anche su questo.

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