Lasciare i cattivi maestri,
anche pentiti, fuori dalle aule

Giovedì 4 Febbraio 2016
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Egregio direttore,
proibire alla ex terrorista Adriana Faranda, fuori dal carcere dal 1994, di tenere una lezione alla Scuola della magistratura, mi sembra l'ennesima dimostrazione che il nostro Paese non sa fare i conti con la propria storia e lascia che il risentimento e la vendetta prevalgano sui principi di civiltà.

T.P.

Venezia

Caro lettore,
Adriana Faranda e lei come altri ex terroristi si sono dissociati dalla scelta della lotta armata e hanno riottenuto un ruolo nella società, ma non c'è ragione alcuna perché salgano in cattedra. Men che meno alla Scuola della magistratura.
Certamente la Adriana Faranda di oggi è una persona profondamente diversa da quella che faceva la postina nella colonna romana delle Br che rapi e uccise Moro. Ma il rispetto per le tante vittime degli anni di piombo dovrebbe suggerire, a lei e suoi ex compagni innanzitutto, un po’ di pudore. Non parlerei di risentimento ma di rispetto. La stagione delle Brigate rosse e di Prima linea è lontana, ma le ferite che quella drammatica fase della storia italiana hanno lasciato in tante famiglie sono ancora vive. Sarebbe bene tenerne conto e lasciare i cattivi maestri, benché pentiti o dissociati, fuori da tutte le aule scolastiche.
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