La libertà di "costume" anche nei paesi musulmani

Sabato 20 Agosto 2016
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Caro Direttore,
le argomentazioni che si fanno attorno ai burka e ai burkini e ai diritti delle donne, che vanno tutelati a tutti i costi, sono ragionamenti fallaci. Considero questo improvviso interesse istituzionale per i diritti delle donne una grande ipocrisia perché si è mostrato sempre poco interesse per l'uguaglianza delle donne in generale. Spero che questi argomenti non siano la cima di un pericoloso iceberg di razzismo, che la nostra Costituzione ripudia.


Maurizio Morselli
Venezia


Caro lettore,
l’idea che una religione imponga a una donna di coprirsi interamente anche quando va in piscina o in spiaggia mi fa culturalmente inorridire perchè sottintende una concezione medievale della donna. Tuttavia sono anche convinto che una donna o un uomo, nel rispetto della morale corrente e delle regole di sicurezza, abbiano il diritto di abbigliarsi come meglio credono, anche al mare. C’è però anche un’altra questione da considerare: nei Paesi in cui sono nate queste persone che pretendono di usare i burkini, a noi sarebbe consentito di fare altrettanto? Ossia sarebbe permesso di vestirci o svestirci liberamente in spiaggia e altrove come meglio riteniamo? Non mi pare proprio. Quindi c’è un problema di reciprocità. Pretendere la libertà per sè e negarla agli altri è troppo comodo. Queste donne che chiedono di poter usare i burkini in Italia o in Francia facciano anche una battaglia di libertà perchè nei loro paesi si consenta analoga libertà “di costume” a chi non professa il loro credo religioso. Sarebbero molto più credibili nelle loro scelte. 
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