Il terrorismo e le ipocrisie del politicamente corretto

Sabato 27 Maggio 2017
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Gentile Direttore,
Ora Manchester. Una tragedia cruenta, purtroppo già vista, come altre precedenti. Tale tragedia sarà commentata, in tutte le ore del giorno, da filmati ed infiniti sproloqui di distinguo, che reputo personalmente inaccettabili. Poi, tutto cadrà nel silenzio, come lo scandalo di Mafia capitale e i sospetti sulle ONG con il relativo siluramento dell'operoso magistrato e, non ultimo, la spartizione di milioni di EU per l'assistenza dei migranti di Isola Capo Rizzuto, con i relativi arresti di politici,mafiosi e sacerdoti uniti tutti consapevolmente, nello sfruttamento delle persone, confortate però nello spirito.
Parlare dei risultati provocati da un'immigrazione ambigua e della relativa forzata integrazione è, un' impresa ciclopica già handicappata in partenza. Se dichiari poi che gli autori di questi efferati crimini sono islamici, rischi il pubblico ludibrio e un' anatema, tant'è che dopo le atrocità, il papa non pronuncia mai la parola islam. Ratisbona docet. Dopo averci modificato il dizionario col politicamente corretto, ora è in atto lo spauracchio che limita di esprimere un'opinione forte, nei riguardi di chi ha reso insicuro e incivile il nostro Paese. Ad augurare un accidente agli autori di crimini orrendi che vediamo continuamente liberi di delinquere, si rischia un'imputazione per istigazione all'odio razziale /religioso. Personalmente, dopo un centinaio di ragazzini barbaramente trucidati, la vedo dura non augurare ad autori e mandanti, una pena capitale, o in alternativa, dei lavori forzati a vita. Questa opinione viene sussurrata da una moltitudine di cittadini, solo all'interno delle quattro mura di casa, o al massimo al bar tra parenti, perché intimidite nel dire quello che realmente pensano, orientandosi a dire solo quello che ritengono conforme all'opinione, ben rappresenta, dalla dittatura intellettuale e politica imperante. In questo marasma buonista, ipocrita, truffaldino, ci mancava pure l'auto castrazione del pensiero e, della facoltà di esprimere con libertà, la propria opinione.
Giancarlo Parissenti
Mestre


Caro lettore,
non condivido tutte le sue affermazioni, ma non si faccia scoraggiare: dichiari le sue idee, senza censure e auto-censure. Il politicamente corretto è il nuovo conformismo culturale: una dittatura dei buoni sentimenti che si alimenta del culto delle minoranze e non tollera i diversamente pensanti: anzi, tende ad escludere chi non si adegua ai suoi sacri e inviolabili principi. Anche di fronte a tragedie come quelle di Manchester questo atteggiamento ha fatto breccia: c'è, per esempio, chi fa fatica a scrivere che gli autori della strage sono islamici, che professano quella religione e che in nome di essa uccidono. Affermarlo non significa considerare ogni musulmano un possibile terrorista, ma dare alle cose il loro nome, senza ipocrisie ed inutili sofismi.
Significa riconoscere chi sono i nostri nemici, da dove vengono e chi alimenta la loro sete di morte. Abbiamo il dovere e il diritto di difenderci. In ogni modo. Noi, figli del mondo occidentale, abbiamo la straordinaria capacità di metterci in discussione, di macerarci sui molti errori di cui la nostra storia è percorsa. È una nostra forza, che altre culture non hanno. Ma la critica non può spingersi fino al punto di annullarci o confondere la tolleranza con l'inerzia.
Altrimenti, come sta accadendo, rischiamo di trovarci disarmati di fronte ai fanatici e a chi ci vuole annientare.
Ultimo aggiornamento: 14:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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