Con Trump finisce il mito della globalizzazione

Mercoledì 18 Gennaio 2017
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Caro direttore,
ancora qualche giorno e Trump sarà presidente a tutti gli effetti. Intanto la straordinaria convergenza d'intesa e di interessi tra Putin ed il tycon neworkese sembra suscitare incredibili interesse e consenso tra il nostro popolo e di altri Paesi europei. Si tratta solo di politica, oppure di qualcosa altro da considerare alla stregua di cultura, di nuove e vecchie sensibilità emergenti dalla modernità e dalla globalizzazione? Non è che Trump abbia pescato nel sottofondo una realtà presente anche in Europa ed in altre parti del mondo, realtà che si contrappone alla società aperta e progressista, propagandata con successo apparente dai media e nei talk-show televisivi e per nulla metabolizzata da una larga fetta della nostra gente? 

L' overdose dei diritti, la normalizzazione delle famiglie gay e dell'aborto, l'impatto con altre culture, il fenomeno della immigrazione e le paure generate dalla perdita delle propria identità sono solo alcuni elementi che spingono alla difesa ed alla protezione di tradizionali valori. Non per nulla Putin è figura non solo continuatore della politica zarista, ma anche fedele alleato delle Chiesa ortodossa, custode di valori e di costumi diversi da quelli occidentali. 


Luigi Floriani
Conegliano


Caro lettore,
è difficile dire che presidente sarà Donald Trump e quanto manterrà fede, concretamente, alle battagliere (e talvolta preoccupanti) parole d'ordine lanciate durante la campagna elettorale e ribadite in parte anche in questi giorni. Tuttavia la sua vittoria elettorale segna il declino, se non la fine, del mito della globalizzazione. Un totem a cui tanti si sono ispirati in questi anni, convinti delle sue inarrestabili sorti progressive e della sua intrinseca e positiva modernità. In realtà la globalizzazione ha soprattutto ampliato le disparità tra ricchi e poveri: negli ultimi 25 anni l'1% della popolazione mondiale ha moltiplicato di 182 volte il suo reddito, mentre il 10% dei più poveri ha visto la propria ricchezza crescere di meno del 10%, mentre la classe media si è inabissata verso i gradini più bassi della scala sociale. Non solo, come lei giustamente nota, la globalizzazione invece di diffondere diritti ha piuttosto omogeneizzato usi e costumi, snaturato identità e tradizioni. Il voto a Trump è stato anche la reazione a tutto questo. 
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