Corea del Nord, l'errore è aver atteso inutilmente

Venerdì 22 Settembre 2017
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Egregio direttore,
al di là delle vicende italiane che quotidianamente ci assillano, i titoli dei giornali odierni sui venti di guerra che si affacciano minacciosi all'orizzonte internazionale ci tolgono un po' il fiato. Si ha l'impressione che un drappello di incoscienti stiano veramente scherzando con il fuoco e le sorti dell'umanità. Mi chiedo angosciato se sia il caso di nutrire simili propositi bellici. Mi chiedo perché le diplomazie delle autorità internazionali (Onu, Nato ed Organismi di Governo internazionali) non intervengono con mano forte per portare un po' di dialogo tra i potenti o meglio sconsiderati protagonisti delle vicende internazionali che coinvolgono l'intera comunità umana. L'America è grande, l'Estremo Oriente è pure grande, l'Europa è meno grande, la Corea del nord è piccola e infantile. Non una ma tutte le nazioni del mondo dovrebbero fare in modo di sedare i bollenti spiriti di qualche nazione che non vede oltre i propri confini ed è sul punto di provocare sofferenze che andranno a colpire molte nazioni.


Natalino Daniele

Caro lettore,
credo che in effetti non ci resti che confidare nel buon senso o nell'arte della diplomazia. Altri modi per uscire, senza pagare prezzi devastanti, dal clima di venti di guerra che le insensate iniziative di Kim Jong-su hanno generato, non ci sono. Donald Trump, nel suo ruolo di leader del mondo libero, ha pronunciato l'altro ieri parole molto forti all'assemblea dell'Onu contro il regime sudcoreano, affermando esplicitamente di essere pronto ad attaccare la Nord Corea. Ma il presidente Usa sa benissimo che un attacco preventivo coordinato dagli Stati Uniti annienterebbe certamente il regime di Kim, ma ben difficilmente riuscirebbe a impedire vendette chimiche o nucleari da parte del dittatore nordcoreano contro la vicinissima Corea del Sud o il non lontano Giappone. È disposto Trump a correre questo rischio? Difficile crederlo. Quindi al presidente americano non resta che mantenere alta l'attenzione e la pressione su Kim, ma ben difficilmente potrà trovare una soluzione alla crisi nordcoreana che non passi attraverso la complessa strada dei negoziati e della diplomazia. L'errore è all'origine: aver consentito alla Corea del Nord di diventare una potenza atomica.
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