Charlie Hebdo, non cedere alla tentazione di censure

Domenica 4 Settembre 2016
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Egregio direttore, 
sono sgomento! Aussi moi ne suis pas Charlie.
E dopo le inqualificabili e disgustose vignette di Charlie Hebdo, sul sisma che ha colpito il nostro paese, mi chiedo se abbia ragione di esistere un tale tipo di giornale che, per sopravvivere, deve puntare, sempre e solo, sul dissacrante, perché probabilmente gli autori non hanno chiaro cosa significhi fare una costruttiva e necessaria satira.

Renzo Turato
Padova


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Caro lettore, 
la vignetta di Charlie Hebdo è doppiamente ignobile. Lo è perché denota un'assenza totale di umano rispetto e un cinismo senza confini. Ma lo è anche per un'altra ragione: tutti ricordiamo la grande solidarietà che avvolse il giornale satirico francese quando venne colpito dai terroristi. Ora, che la comunità di Charlie Hebdo, di fronte al dramma del terremoto che ha colpito il centro Italia, non abbia sentito il dovere della reciprocità, ma anzi abbia voluto infierire con tanta volgarità sulla tragedia e il dolore di Amatrice, lascia davvero senza parole. Ma sarebbe sbagliato cedere alla tentazione di censure. Rischieremmo di trasformare in vittime dei cretini patentati alla ricerca di briciole di celebrità a qualsiasi costo. Lasciamoli fare e ignoriamoli, diano pure sfogo a tutta la loro disumana volgarità. In questo modo dimostreremo loro di avere a cuore, sul serio e sempre, la libertà e la dignità umana. A tal punto da garantire il diritto di espressione anche a degli inqualificabili imbecilli. 
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