La sconfitta di Milano: ha pesato la fortuna, ma anche la nostra debolezza e l'indecisionismo Ue

Mercoledì 22 Novembre 2017
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Caro direttore,
conosco chi da mesi ci sta lavorando (bravi competenti e seri e emici) e la mia delusione sta proprio pensando al loro lavoro. Non mi sono, però, ovviamente piaciute le scomposte reazioni dei piccoli, tanto piccoli, politici italiani: Milano era the best e non c'è alcun dubbio. Ma basta osservare con attenzione le votazioni: evidentemente non la pensavano così un gran numero di Paesi UE e di questo avrebbe dovuto preoccuparsi (con grande anticipo) la politica romana (stiano tranquilli i piccoli politici regionali)! Invece la politica romana (il Signor Renzi in testa) ha trattato la nostra presenza in Europa con grande ignoranza (nel senso di scarsa o gran poca conoscenza), arrivando a cambiare il nostro Rappresentante Permanente presso la UE come un calzino e non preoccupandosi mai del danno che faceva, esternando contro l'Europa quando ci sei dentro (o dovresti esserci) da protagonista. C'è poco da scherzarci sopra con battute volgari (tale signor Calderoli) o stizzite opinioni (come se ci capissero qualcosa): a Bruxelles si lavora seriamente e chi sa fare una seria e sana lobby, rischia di portare a casa ottimi risultati.
Gianlorenzo Martini



Caro lettore,
senza dubbio noi italiani abbiamo un atteggiamento ondivago e schizofrenico nei confronti dell'Europa. E certamente, nel corso degli anni, abbiamo peccato in lungimiranza, lasciando che altri Paesi occupassero ruoli chiave nella tecnostruttura europea e privando spesso i nostri rappresentati a Bruxelles del necessario sostegno politico. Tuttavia, anche in questo, la decisione di assegnare la sede dell'Agenzia del farmaco ad Amsterdam e non a Milano, non può non lasciar un po' di amaro in bocca. E far riflettere. La sorte, anzi il sorteggio, ha avuto un peso determinante in questa scelta. Ma è abbastanza sconcertante dover constatare come un grande sistema politico come la Ue, che aspira a confrontarsi alla pari con gli Stati Uniti o con la Cina, debba affidarsi alla monetina per decidere la sede di un importante organismo. È la riprova che l'Unione è ammalata di indecisionismo ed è troppo spesso vittima di veti incrociati. Ma l'esito di questa vicenda si presta anche da un'altra considerazione. A vincere alla fine, seppur grazie alla monetina, è stata una città olandese, cioè di un paese politicamente satellite di Berlino. E questo sembra confermare l'impostazione germanocentrica che l'Unione europea ha ormai assunto.
Ultimo aggiornamento: 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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