Banche venete e rimborsi: attenti a chi vende illusioni

Venerdì 13 Gennaio 2017
6
Caro direttore,
non è un dilemma da poco quello che Popolare Vicentina e Veneto Banca hanno posto ai loro vecchi azionisti. Accettare la proposta transattiva delle banche, i pochi, maledetti e subito, rinunciando di fatto all'85% dei risparmi ed alla possibilità di qualsiasi azione legale, oppure cercare di far valere le proprie ragioni in Tribunale, rischiando che, dopo anni e cospicue spese legali, alla fine il debitore sia fallito? Credo sia chiaro che, date le dimensioni del buco, in ogni caso sarà pressoché impossibile per le Siore Rosa ed i Sior Toni recuperare i soldi investiti, anche qualora venissero individuati i responsabili del disastro e condannati al risarcimento. A meno che qualcuno non speri in un intervento risarcitorio dello Stato, che l'Europa non potrà mai consentire.


Ivana Gobbo
Abano Terme

Cara lettrice,
in questioni di denaro non mi sento di dare consigli a nessuno. Alcuni aspetti di questa vicenda però meritano forse di essere meglio chiariti, perchè ho l'impressione che qualcuno scambi per realtà quelle che sono, al massimo, speranze e, più spesso, effimere illusioni. Il possibile intervento dello Stato, per esempio. Il governo entrerà nel capitale di Mps, teoricamente potrebbe quindi farlo anche per le due ex popolari venete. Ma i capitali pubblici possono essere usati per rafforzare il patrimonio delle due banche (o dell'unica che uscirà da un'eventuale fusione), cioè per dotarle di energie finanziarie fresche, non per risarcire gli azionisti defraudati dalle gestioni passate. Questo, per le leggi italiane e le regole europee, non è in alcun modo possibile, nè lo sarà. Altra questione: Bpvi e Veneto banca oggi sono due istituti sotto-patrimonializzati, non dispongono cioè dei capitali che sarebbero loro necessari e infatti dovranno essere a breve ri-capitalizzate. Il piano di risarcimento presentato nei giorni scorsi vale circa 600 milioni di euro. Una somma comunque importante per chi è già a corto di risorse. Immaginare o sperare che questa cifra possa essere un po' ritoccata all'insù è legittimo. Ma che possa raddoppiare o triplicare è irrealistico: da dove dovrebbero arrivare i soldi necessari? Le due banche, semplicemente, non li hanno. Atlante, azionista quasi totalitario di Bpvi e Veneto banca, è un fondo privato che ha il compito di rilanciare le due banche e rivenderle, non di farsi carico degli errori delle gestioni passate. I suoi capitali, peraltro non abbondanti, deve investirli nelle due banche, altrimenti falliscono. Terza questione. Cosa accade se il piano di risarcimento non passa, cioè raccoglie meno adesioni del previsto? Difficilmente una banca può convivere con la minaccia di migliaia e migliaia di cause sopra la testa. Nessuno investirebbe in questa banca. E nessuno neppure le comprerebbe. Insomma, il destino delle due ex popolari sarebbe segnato. Con conseguenze non facili da immaginare, almeno in senso positivo, per i suoi già turlupinati soci. Questi sono fatti, difficili da smentire. Dopodichè ciascuno è padrone del proprio portafoglio ed è bene che decida con la propria testa. Sapendo però che in circolazione ci sono tanti, troppi pifferai magici. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci