Caro direttore
pura propaganda leghista, come dicono a Roma, o primo passo per porre concretamente sul tappeto il problema dell'autonomia del Veneto?
A mio avviso partire dall'idioma veneto, tentando di introdurre una sorta di bilinguismo, magari con tanto di patentino, ha un po' il sapore di una scorciatoia. Non c'è dubbio che il vero problema è quello del residuo fiscale di circa 20 miliardi obbligatoriamente conferito dal Veneto in solidarietà alle altre Regioni, che ha effetti diretti sulla spesa pubblica regionale.
I veneti non accettano più che nella loro Regione la spesa pro/capite sia di 2.700/2.800 euro l'anno, mentre a Trento sale a 7.500 ed a Bolzano addirittura ad 8.000. Il problema quindi non è se poter chiamare Albignasego Bignàsego o Battaglia Terme Bataja, ma sta nella sperequazione finanziaria rispetto alle Regioni Autonome confinanti, e concorrenti.
Fortunatamente al momento non vedo in terra di San Marco tensioni indipendentistiche di tipo catalano o basco, ma si può cominciare con un semplice referendum che, se minimizzato o peggio dileggiato dal potere centrale, potrebbe innescare ben altre rivendicazioni.
Ivana Gobbo
Abano Terme (Pd)
Caro lettore,
l'autonomia è un argomento troppo serio per abbandonarlo a derive folcloristiche o miserevoli manovre politiche. E i primi a comprendere questo rischio dovrebbero essere gli autonomisti più convinti e ferventi.
I dibattiti sterili e inconcludenti su patentini e doppÈi cartelli finiscono con offrire all'opinione pubblica locale e nazionale un'immagine caricaturale e provinciale di una tematica che ha invece bisogno di un'azione politica di ampio respiro e di un consenso ampio non solo in Veneto, ma anche nel resto del Paese. In caso contrario di autonomia si continuerà a parlare per altri vent'anni. Senza costrutto e senza risultati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA pura propaganda leghista, come dicono a Roma, o primo passo per porre concretamente sul tappeto il problema dell'autonomia del Veneto?
A mio avviso partire dall'idioma veneto, tentando di introdurre una sorta di bilinguismo, magari con tanto di patentino, ha un po' il sapore di una scorciatoia. Non c'è dubbio che il vero problema è quello del residuo fiscale di circa 20 miliardi obbligatoriamente conferito dal Veneto in solidarietà alle altre Regioni, che ha effetti diretti sulla spesa pubblica regionale.
I veneti non accettano più che nella loro Regione la spesa pro/capite sia di 2.700/2.800 euro l'anno, mentre a Trento sale a 7.500 ed a Bolzano addirittura ad 8.000. Il problema quindi non è se poter chiamare Albignasego Bignàsego o Battaglia Terme Bataja, ma sta nella sperequazione finanziaria rispetto alle Regioni Autonome confinanti, e concorrenti.
Fortunatamente al momento non vedo in terra di San Marco tensioni indipendentistiche di tipo catalano o basco, ma si può cominciare con un semplice referendum che, se minimizzato o peggio dileggiato dal potere centrale, potrebbe innescare ben altre rivendicazioni.
Ivana Gobbo
Abano Terme (Pd)
Caro lettore,
l'autonomia è un argomento troppo serio per abbandonarlo a derive folcloristiche o miserevoli manovre politiche. E i primi a comprendere questo rischio dovrebbero essere gli autonomisti più convinti e ferventi.
I dibattiti sterili e inconcludenti su patentini e doppÈi cartelli finiscono con offrire all'opinione pubblica locale e nazionale un'immagine caricaturale e provinciale di una tematica che ha invece bisogno di un'azione politica di ampio respiro e di un consenso ampio non solo in Veneto, ma anche nel resto del Paese. In caso contrario di autonomia si continuerà a parlare per altri vent'anni. Senza costrutto e senza risultati.
