L’antiamericanismo, una malattia dura a morire

Giovedì 25 Agosto 2016
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Caro direttore,
vorrei porre la sua attenzione sulla lettera comparsa sul suo giornale il 23 agosto, a firma Francesco Gustavo Roi. Mi sembra assai interessante perchè espressione di una forma di razzismo molto diffuso nel mondo ed in particolare in Italia: l'antiamericanismo. Basta leggere la conclusione dell'autore per avvertire tutto l'astio irrazionale che prova nei confronti degli Usa. Egli definisce questa nazione "perversa", un aggettivo adatto ad esprimere un giudizio morale e non un analisi.

Che dire, poi, della sicurezza con qui questo signore dice che l'Isis ed il terrorismo internazionale non esistono essendo "un'ennesima nuova creazione ad arte degli Stati Uniti"? Peccato che non produca le prove per avvalorare questa ardita ipotesi ed ignori completamente le centinaia di attentati di matrice islamica verificatesi dal 1976 in poi (anno che normalmente si considera l'inizio del terrorismo internazionale a seguito del dirottamento di un aereo con turisti occidentali ad Entebbe in Uganda). Del resto, come tutte le forme di razzismo, l'antiamericanismo non pretende di spiegare ma fornisce concetti definitivi non criticabili. Detto questo è del tutto evidente che la politica estera statunitense degli ultimi quindici anni è stata controproducente, miope e superficiale. Tuttavia non credo che i problemi del pianeta si risolverebbero mettendo in "quarantena" la più forte democrazia della Terra. Se è vero, infatti, che malgrado il loro enorme potere economico, militare e politico gli Stati Uniti non possono prosperare senza il resto del Mondo, ritengo che anche il resto del Mondo farebbe fatica a "farcela" senza gli Stati Uniti.


Lorenzo Martini
Stanghella (Padova)


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Caro lettore,
l'antiamericanismo a prescindere è una malattia dura a morire. Non ci sono dubbi che gli Stati Uniti abbiamo commesso errori gravi in politica estera. E non solo in tempi recenti. Ma gli Usa restano un punto di riferimento insostituibile per il mondo occidentale. Winston Churchill a proposito del capitalismo diceva: "non è certo il miglior sistema economico possibile, ma non ne esiste uno migliore". Lo stesso credo si possa dire degli Stati Uniti come democrazia di riferimento.
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