Stalker investe carabiniere, il collega spara e lo uccide: l’uomo era andato sotto casa dell’ex moglie nonostante il divieto

Dopo averlo travolto con il furgone, il 55enne albanese si è lanciato sul militare con un coltello

Venerdì 14 Luglio 2023 di Marina Lucchin
Stalker investe carabiniere a Padova, poi si dirige contro un altro militare che gli spara. È grave

PADOVA Il botto dell'auto che si schianta contro la "Gazzella", le grida strazianti di dolore, poi quattro spari e il sangue che macchia di rosso l'asfalto. Sono stati momenti di terrore quelli vissuti ieri, intorno alle 14, nel quartiere Sacra Famiglia di Padova. Un carabiniere di 37 anni è stato investito e schiacciato contro l'auto di servizio dal furgone guidato da Collaku Haxhi, 55enne di origini albanesi che si era presentato sotto casa dell'ex compagna, una connazionale 50enne, armato di coltello.

Lo straniero, dopo aver travolto il militare, uscito dal suo furgone, lo ha minacciato con la lama, scagliandosi contro di lui. È a quel punto che il collega, dopo avergli intimato di abbassare l'arma, non ha potuto fare altro che sparargli per bloccarlo: 4 colpi che lo hanno raggiunto a gambe e addome. L'albanese è spirato poco dopo le 17 in ospedale. A chiamare il 112 era stata proprio la sua ex compagna, in casa con la figlia 23enne, che si è vista piombare sotto casa l'uomo che aveva il divieto di avvicinamento all'abitazione della donna per pregresse vicende di maltrattamenti in famiglia.

LA SCENA Sono le 14 e nel quartiere alle porte delle mura della città del Santo c'è un caldo infernale. È un rione per bene, dove, in mezzo alle villette, ci sono anche dei palazzi. Quel che succede in vicolo Castelfidardo, avviene nel giro di una manciata di minuti e capitola nel sangue in pochi secondi. La donna è separata dall'ex compagno ormai da 10 anni. I vicini di casa non sanno nemmeno che faccia abbia lui. Non lo hanno mai visto. Sanno, però, che la relazione si è conclusa in maniera burrascosa, tanto che l'ex non può avvicinarsi alla casa di lei, all'ultimo piano di un condominio ben tenuto che si affaccia sulla vietta chiusa: in passato l'ha denunciato più volte per atti persecutori e il questore l'ha anche ammonito per i suoi comportamenti violenti. Poi, cosa abbia portato il 55enne a presentarsi sotto casa della donna proprio ieri in un pomeriggio dal caldo infernale, non si sa. D'altro canto la foto della sua ex, campeggia ancora come immagine del diario in uno dei suoi molteplici profili social. Come dire: «È ancora mia». Fatto sta che ieri l'uomo è arrivato fin lì a bordo del suo Daily azzurro. Era armato: aveva in tasca il coltellino serramanico con cui ha minacciato il carabiniere già gravemente ferito. Quando l'ex compagna lo ha visto fuori casa, ha immediatamente chiamato il 112. In un battibaleno i carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Padova sono arrivati sul posto, hanno identificato Collaku e gli hanno intimato di andarsene perché lì non ci poteva stare.

 

LA TRAGEDIA L'uomo ha alzato le mani, è rientrato in macchina e ha ingranato la retromarcia come per andarsene. Fin qui è sembrato ai carabinieri uno dei soliti interventi che purtroppo avvengono in casi di questo genere. Il più giovane dei militari stava compilando il verbale, quando Collaki ha ingranato la prima e ha puntato dritto sui militari. Uno è riuscito a scansarsi, l'altro è stato colpito in pieno, rimanendo schiacciato tra il furgone e l'auto di servizio, crollando a terra e urlando per il dolore. Il 55enne è uscito e l'ha minacciato col coltello serramanico. «Fermati, fermati o sparo» gli ha gridato l'altro carabiniere. Ma Collaku sembrava fuori di sé, pronto a colpire con la lama il militare a terra. Il collega non ha potuto far altro che sparare.

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VERIFICHE Le prime valutazioni dei vertici dell'Arma propenderebbero per una reazione del militare che ha sparato del tutto corretta e in linea con il protocollo di ingaggio. Sul posto è giunto anche il comandante della Legione Veneto, generale Giuseppe Spina. Sul fatto è intervenuto il governatore Luca Zaia: «I militari dell'Arma hanno agito con grande coraggio, mettendo a repentaglio la propria incolumità. Sono personalmente, ma lo sono anche tutte le istituzioni del Veneto, al fianco dei militari coinvolti, ai quali inviamo gli auguri di una rapida ripresa». Il carabiniere che ha fatto fuoco, dopo un primo momento di shock, è rimasto sul luogo della sparatoria, collaborando con i colleghi per ricostruire nel dettaglio quella manciata di secondi di follia che hanno trasformato un tranquillo pomeriggio estivo, in un inferno.

Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA