Vecchie cartelle Equitalia Cambia la rottamazione

Lunedì 10 Ottobre 2016 di Andrea Bassi
Il vice ministro Enrico Zanetti
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Le cifre in ballo sono colossali. Ma alla fine, dalla rottamazione delle cartelle di Equitalia, una delle misure che potrebbero entrare nella legge di Stabilità, l’incasso finale potrebbe essere solo di un miliardo. A spiegarlo è la relazione illustrativa alle norme che sono sul tavolo di Palazzo Chigi e del Tesoro in vista della predisposizione della manovra che sarà approvata questo fine settimana e presentata alle Camere il 20 ottobre. Il condizionale è d’obbligo, perché ieri l’Ufficio Parlamentare di bilancio che deve validare le stime del documento programmatico, ha fatto sapere che i tempi potrebbero essere più lunghi.

Tornando alla proposta della rottamazione delle cartelle, la relazione spiega che il «magazzino» di Equitalia che comprende tutti i carichi affidati all’agente della riscossione dal primo gennaio del 2000 fino al 31 dicembre del 2015, ammonta a 1.058 miliardi. In pratica una somma pari a circa la metà del debito pubblico italiano. Il 20,5% di questi carichi, tuttavia, è già stato annullato dagli enti creditori. Dei restanti 841 miliardi di euro, un terzo vengono ritenuti di difficile riscossione per vari motivi: o perché i debitori del Fisco sono falliti, o perché sono morti, o ancora perché sono nullatenenti. Per altri 314 miliardi poi, Equitalia ha già tentato, invano, delle azioni esecutive. Dunque, al netto di altri 25 miliardi di euro di rate per riscossioni dilazionate e di 81 miliardi di riscosso, il «magazzino residuo» si riduce a 85 miliardi di euro, di cui 34 miliardi non sono “lavorabili” da Equitalia perché inferiori ai limiti legali per le azioni cautelari ed esecutive. La rottamazione delle cartelle, insomma, sarebbe applicabile a “soli” 51 miliardi, il 5% del totale lordo, comprensivo cioè di interessi e sanzioni.
 
Insomma, alla fine, da tutta questa mole di cartelle Equitalia, ragionevolmente si potrebbe pensare di incassare subito un miliardo di euro. La stessa cifra della rottamazione del 2002, quando la base di partenza era di 49 miliardi. In realtà le nuove norme messe a punto dal vice ministro dell’Economia, Enrico Zanetti, sono diverse da quelle che entrarono nei condoni del governo Berlusconi. La proposta prevede che ad essere estinti potranno essere tutti i carichi pendenti con Equitalia al 31 dicembre del 2015. Per azzerarli, tuttavia, sarà necessario pagare tutti i tributi (o i contributi) iscritti a ruolo, maggiorati dei soli interessi legali. A questi andrà sommata una cifra pari al 3% di quanto iscritto a ruolo, inclusi gli interessi di mora, a titolo di remunerazione forfetaria per Equitalia. Il pagamento potrà avvenire in un’unica soluzione, oppure in tre rate, la prima delle quali dovrà essere corrisposta entro 30 giorni dall’accettazione dell’istanza. Le altre due rate potranno essere saldate dopo 12 e 24 mesi dal pagamento della prima. La rottamazione si applicherà, nel caso in cui la norma dovesse entrare nella manovra, anche ai debiti oggetto di rateizzazione in corso o anche decaduta. In questo caso, la definizione sarà effettuata sul debito residuo. Per saldare il debito con l’agente della riscossione, si potranno utilizzare eventuali crediti fiscali.
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