dal nostro inviato
NORCIA Aveva resistito per cinque scosse fortissime.
Spiegano in Comune: «Ci sono crolli, danni gravi agli immobili, ai beni culturali come la basilica di San Benedetto, la Cattedrale di Santa Maria, la chiesa della Madonna Addolorata, le chiese di San Pellegrino, Castelluccio e Frascaro». E poi il sindaco Alemanno aggiunge: «E’ a tutti evidente che se non si piangono vittime questo è dovuto alla ricostruzione post-sisma del 1979 e del 1997 che ha fatto sì che le case non siano crollate sulla testa delle persone».
Di emergenza in emergenza. Qualche chilometro più avanti dopo le porte di Norcia, c’è Castelluccio, il gioiello immerso nella meraviglia naturale di Pian Grande. Qui l’allarme è curioso. Tra i residenti, rimasti senza casa o con l’abitazione giudicata pericolante, c’è chi non vuole uscire perché si preoccupa del bestiame e chi non vuole interrompere l’attività economica. «Come faccio a smettere di produrre formaggi e salumi? Chi mi rimborsa del danno?».
E mentre restano chiuse la galleria tra Serravalle e Borgo Cerreto, per via dei danni riscontrati alla paramassi, e il traforo di Forca Canapine, che collega l’Umbria alle Marche, a Castelluccio occorre fare i conti con i detriti degli smottamenti lungo la strada. E tutto diventa più difficile se si considera che la temperatura da queste parti è già scesa ad appena tre gradi.
I morti viventi. Quando i soccorritori sono passati di abitazione in abitazione dopo essere arrivati a Castelluccio con difficoltà, hanno scoperto l’esistenza di persone credute morte: da tempo si avevano più notizie di loro. Invece alcuni residenti anziani erano rimasti soli, per giorni non si erano più mossi da casa facendo immaginare il peggio. Al vigile del fuoco che si è presentato a casa di uno degli anziani creduti deceduti, il pensionato ha detto, con la semplicità dei suoi novant’anni: «A regazzino, ma perché te agiti tanto?»