Alberto Stasi e Alex Boettcher in carcere nello stesso reparto: studio e sport per i due giovani detenuti

Venerdì 21 Aprile 2017 di Claudia Guasco
Alberto Stasi e Alex Boettcher in carcere nello stesso reparto: studio e sport per i due giovani detenuti
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MILANO - Alberto Stasi e Alexander Boettcher sono rinchiusi nello stesso settore del carcere di Bollate, alle porte di Milano. Qui le celle, definite "stanze", sono aperte e non c'è una rigida divisione in camerate, perciò i detenuti possono circolare liberamente, incontrarsi e frequentare attività di recupero nelle ore del giorno. L'ex bocconiano studia legge, segue numero si corsi di aggionamento e gioca a tennis, il broker ex amante di Martina Levato è iscritto alla facoltà di biologia e si allena in palestra.

DOPPIA LAUREA PER STASI
Alberto Stasi si trova nell'istituto penitenziario, tra i piu' apprezzati per le politiche di rieducazione dei detenuti, dal 12 dicembre 2015 quando vene condannato a sedici anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Dopo un travagliato iter giudiziario e un doppio processo d'appello, la Cassazione lo ha ritenuto colpevole e il giovane aveva scelto di costituirsi proprio nel carcere di Bollate dove, tra le altre cose, sta studiando anche per prendere una seconda laurea in Legge dopo quella in Economia che l'aveva portato alla successiva iscrizione nell'Ordine dei Commercialisti. Boettcher invece è recluso a Bollate dal 28 dicembre 2014 quando venne arrestato per le aggressioni con l'acido commesse, secondo l'accusa, assieme all'ex compagna Martina Levato dalla quale ha avuto un figlio. Al momento, l'ex broker finanziario ha accumulato nei vari processi diversi anni di carcere tutti ancora con sentenze non definitive.

SEMPIO CONTRATTACCA
Intanto stamattina Andrea Sempio, indagato e poi archiviato per l'omicidio di Chiara Poggi, era a palazzo di giustiia a MIlano. Il pool difensivo di Alberto Stasi, rappresentato dallo studio legale Giarda, è stato querelato per calunnia, falso ideologico e violazione della legge sulla privacy da Andrea Sempio, il giovane indagato per l'omicidio di Chiara Poggi (avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007) in seguito a una segnalazione alla magistratura degli stessi difensori di Stasi e la cui posizione è stata di recente archiviata dal gip di Pavia Fabio Lambertucci. Sempio, che all'epoca dell'omicidio aveva 18 anni ed era amico del fratello della vittima, aveva riacceso le speranze di Stasi, al momento l'unico condannato in via definitiva a 16 anni. Nel suo provvedimento di archiviazione il gip ha sottolineato "l'inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa Stasi tendenti a rinvenire un diverso, alternativo, colpevole dell'uccisione di Chiara Poggi". Ora il difensore di Sempio, l'avvocato Massimo Lovati, contrattacca: "Abbiamo appena depositato al tribunale di Milano la querela nei confronti del pool difensivo di Alberto Stasi, quattro persone".

Per fortuna, aggiunge, "Andrea è un ragazzo equilibrato e con i nervi saldi, se fosse capitato a una persona fragile forse non saremmo qui. Quello che è accaduto è un fatto gravissimo, manipolare il dna di una persona è una violazione inaccettabile. E' come uno stupro". L'avvocato si riferisce al "prelievo illecito di sostanze organiche dell'indagato" per fornire una prova della sua colpevolezza. "Ci interessa che venga fatta luce sulla illiceità di questo comportamento, reso ancor più grave dal fatto che gli autori sono avvocati, cioè coloro che dovrebbero essere al servizio della giustizia". Dopo gli iniziali accertamenti relativi alla possibile compatibilità tra il dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi e quello di Andrea Sempio, la procura di Pavia ha accolto l'istanza di archiviazione presentata dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal pm Giulia Pezzino. Inoltre, la corte d'appello di Brescia, a cui si sarebbero rivolti gli avvocati di Stasi per chiedere una revisione del processo, ha dichiarato non luogo a procedere poiché non ha mai ricevuto l'istanza in oggetto per la posizione dell'ex studente bocconiano condannato a 16 anni in via definitiva.
Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 23:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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