Città del Vaticano - La diplomazia di Papa Francesco ha impiegato ben due giorni prima di formulare il telegramma di cordoglio al popolo iraniano dopo l'attentato al Parlamento di Teheran e al mausoleo di Khomeini. Due azioni rivendicate dall'Isis e costate la vita a 16 persone che Bergoglio condanna in modo molto duro.
In genere telegrammi di questo tipo in occasioni di sciagure, terremoti, attentati, stragi vengono fatti in giornata. Stavolta però, vista la delicatezza della situazione e i rapporti (buoni) con Teheran, il testo del messaggio (inviato dal cardinale Parolin, a nome del Papa) è stato diffuso solo stamattina. E' stato redatto in lingua inglese e riporta le «sentite condoglianze a tutti coloro che sono stati colpiti dal barbaro attacco a Teheran", definito «un atto grave e insensato». Alle vittime e i loro familiari il pontefice assicura poi il suo pensiero e le sue preghiere per la pace, pensando anche a coloro che non ci sono più e sui quali veglia «la misericordia dell'Altissimo».
ll doppio attentato di Teheran è avvenuto nella mattinata del 7 giugno. La responsabilità di entrambi gli attacchi è stata rivendicata dal cosiddetto Stato Islamico. È il primo attacco del gruppo terroristico in Iran e probabilmente segna una escalation tra sunniti e sciiti. Le autorità iraniane hanno accusato di partecipazione agli attentati l'Arabia Saudita. ma Riyad ha negato le accuse.
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