Il Papa si commuove per la storia di suor Giulia, vittima per anni degli abusi di un prete orco

Lunedì 12 Settembre 2016 di Franca Giansoldati
Il Papa si commuove per la storia di suor Giulia, vittima per anni degli abusi di un prete orco
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Città del Vaticano Giulia era poco più di una bimba quando il «lupo», «l’orco», le ha messo le zampe addosso. Era una adolescente timidissima, aveva 14 anni ma ne dimostrava di meno, sognava ad occhi aperti. Per lungo tempo si è portata dentro la vergogna, come fosse colpa sua l'essere abusata da un prete. Oggi Giulia è una religiosa che ha avuto il coraggio di fare i conti con questo trauma terribile. La sua storia è stata fatta conoscere al Papa, sabato scorso, durante un incontro avvenuto a Santa Marta da padre Hans Zollner, della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e da Luisa Bove, della diocesi di Milano che ha raccolto la storia di Giulia e la ha consegnata alla memoria collettiva. Il libro «Giulia e il lupo, storia di un abuso sessuale nella Chiesa è stato consegnato al Papa, assieme ad una copia di "Camminare accanto alle vittime", scritto da Anna Deodato, anch'essa presente all'incontro.  

«Arrivare all’ultima pagina è un esercizio quasi fisicamente doloroso, e certamente una sfida psicologica e spirituale enorme», scrive padre Zollner nella prefazione. «È però necessario – e infine anche salutare – affrontare questa difficile prova: necessario perché siamo chiamati ad assumerci la nostra responsabilità, a fare giustizia per coloro che hanno sofferto tanta ingiustizia e che sono stati feriti terribilmente; salutare perché guardare in faccia i nostri peccati e le nostre mancanze – nel commettere abusi e nel non fare tutto il possibile per evitarli – è doloroso ma ci apre anche gli occhi sulla nostra vera condizione umana e spirituale».

La storia ha colpito enormemente Papa Bergoglio. L’incubo è iniziato durante  una vacanza estiva con tutti i ragazzini dell'oratorio. Il prete orco lavorava nella parrocchia, aveva 30 anni di più, e piano piano comincia a dedicarle attenzioni. Sempre di più, fino all'abuso. Si tratta del primo racconto diretto di un caso italiano, di un prete pedofilo che manipolava e teneva legata a sé la ragazzina, facendole venire sensi di colpa, rendendola incapace persino di capire che si trattava di una violenza.  

Giulia racconta: «Lui era sempre la mia guida spirituale, il mio confessore. Doveva sapere. Dovevo fidarmi. E poi forse mi piaceva quello che faceva. Provavo anche paura. Non so. Ero sconvolta. In ogni caso doveva essere un privilegio, perché senz’altro non lo faceva con le mie amiche». Dopo sette anni di abusi la «storia con il don» finisce. «Non ricordo con precisione come è arrivata questa fine, conservo ancora la data dell’ultimo incontro con lui, un appuntamento in tarda serata. L’ultima volta. Forse poi ho raccolto le poche forze che mi restavano e non ci sono più andata. Lui non mi ha più cercata, forse non gli servivo più. I giocattoli, dopo un po’, quando ci si stanca si buttano via».

Giulia finisce l’università ed entra in noviziato: «Mi sembrava davvero di aver trovato “casa”: poi qualcosa comincia a non funzionare, Giulia pensa di mollare tutto: comunità e lavoro. «Ma sapevo che non aveva senso, che sarebbe stata solo una reazione istintiva di cui mi sarei presto pentita»: «Per evitare di farmi divorare dalla rabbia e per ritrovare un po’ di serenità ho deciso di farmi aiutare». «Ho scoperto che c’era una persona in grado di aiutare preti e religiose in difficoltà». È l’incontro con questa persona, Martina, a determinare la svolta. È grazie a lei infatti che Giulia comprende la gravità dell’accaduto e muove i primi passi del suo percorso di rinascita.
Giulia purtroppo non è la sola ad avere sulle spalle questo vissuto. «Altre donne, consacrate come lei, sono state sessualmente abusate da preti e consacrati», afferma Anna Deodato, curatrice del volume. «Abusi subiti da piccole o all’inizio della prima giovinezza oppure prima della scelta di consacrazione, ma per tante anche dopo, a volte addirittura all’interno delle loro stesse comunità, dai preti che le accompagnavano, da coloro che rivestivano funzioni di superiori”.
 
Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 14:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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