Italicum, Renzi: il Pd non proporrà modifiche, aspettiamo gli altri poi decide il Parlamento

Lunedì 3 Ottobre 2016
Renzi
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«Per me l'Italicum è una ottima legge ma se tutti pensano di riaprire il tema, il Pd è pronto a non presentare un'altra proposta sennò fai come il carciofo, con gli altri che dicono solo no. Ma siamo disponibili veramente ad andare a vedere le carte e a confrontarci». Così Matteo Renzi a Radio Popolare, chiarisce il suo atteggiamento rispetto alla modifica dell'Italicum.«Io non faccio una nuova legge, non decido io, è una scelta del Parlamento. Ma la legge elettorale è meno importante della riforma e se serve cambiarla si cambia».

E sul referendum: «Ho un grande rispetto per Zagrebelski, ho fatto l'esame di diritto costituzionale sul suo testo ma nel merito la matematica si è rivoltata contro», ha aggiunto. E poi: «Checché ne dicano i campioni del No noi abbiamo rafforzato la garanzia» per l'elezione del Capo dello Stato perché «a Costituzione vigente dal quarto scrutinio basta la maggioranza semplice mentre noi abbiamo alzato il quorum al 60 per cento».

«I sondaggi si assomigliano tutti: il 50% ha deciso, il 50 no. È tutto aperto. C'è una parte che ha già deciso e un'altra che è ancora indecisa. Il 50% di indecisi è un dato pazzesco, quindi è ancora una partita aperta. I no sono in vantaggio? Se ragiono sui partiti, quelli favorevoli alla riforma sono al 35% gli altri al 65. Se dunque si é al 50 e 50 allora abbiamo già recuperato molto», ha proseguito il premier. «Io fatto un errore all'inizio a personalizzare il referendum ma qualcun'altro persevera, è interesse di altri buttarla sul Governo. Non nego che qualcuno voterà contro di me, è legittimo ma io penso che si voterà sul futuro dei nostri figli».​

«La Costituzione non viene stravolta perché dei 47 articoli su cui interveniamo la maggioranza riguarda il Titolo V che ha fatto D'Alema e no i partigiani», replica Renzi a un ascoltatore per il quale la riforma del Governo stravolge la Carta scritta dai padri costituenti.

Renzi ricorda che «la gran parte dei partiti costituenti erano contrari al bicameralismo paritario che fu un compromesso perché i partiti non erano d'accordo». Anche su numero dei parlamentari il premier sostiene che «il numero dei parlamentari è cresciuto, non è quello che avevano voluto i partigiani». «Non combatto contro la libertà ma contro il Cnel e gli sprechi».

«I poteri del premier cambiavano con la riforma di D'Alema e di Berlusconi. Ora non c'è un potere in più per il premier anzi nell'art.83 ci sono più garanzie per il capo dello Stato e in generale più garanzie per le opposizioni e si favorisce la partecipazione popolare. Faccio un esempio contro di me: con la nuova riforma rispetto al referendum sulle trivelle si potevano raccogliere 800 mila firme e il quorum si abbassava e così il referendum sarebbe passato».

Il premier infine commenta l'esito del referendum anti-migranti in Ungheria: «L'esito del referendum è positivo ma temo che non cambierà molto perché gli egoismi europei non sono solo in Ungheria, anzi. Per questo l'Italia combatte una battaglia diversa».

Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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