«È comunque un dolore, ma la sentenza fa giustizia. La verità è che però non si doveva proprio arrivare a questo. Si tratta di una vicenda amara che non doveva proprio succedere. Sono arrivato psicologicamente svuotato alla sentenza e rimpiango tutto il tempo che ho perso e al fatto che non potuto stare accanto a mia madre». Così Milko Skofic, figlio di Gina Lollobrigida dopo la sentenza con cui il tribunale monocratico di Roma ha condannato a tre anni l'ex factotum, Andrea Piazzolla.
Cosa fa oggi
Andrea Milko Skofic ha oggi 65 anni.
Le accuse
Skofic, parte civile nei processi che vedono imputato il “tuttofare” dell’attrice, Andrea Piazzolla, per circonvenzione di incapace e riciclaggio, con 9 milioni di beni spariti, si ritrova adesso a condividere con l’uomo che ha vissuto negli ultimi anni di vita dell’attrice vicino a lei, anche l’eredità. Dal canto suo, Piazzolla, ha sempre sostenuto di avere agito nell’interesse della Lollobrigida e di averne sempre rispettato la volontà.
Gli interessi in comune
«Avevamo un buon rapporto - ha rivelato Skofic in un'intervista al Messaggero -. Contrariamente ad altra gente, io le dicevo quello che pensavo, a volte non le stava bene, ma alla fine era una cosa che apprezzava. Avevamo interessi in comune, soprattutto la fotografia. Mi manca molto tutto questo».
I film preferiti della madre
«Le sue vecchie macchine fotografiche, non le ho trovate l’ultima volta che sono andato a casa per l’inventario. Mia madre mi ha trasmesso la passione per la fotografia». Qual è il suo film preferito di sua mamma? «Pane Amore e Fantasia, Trapezio, Notre Dame, Beat the Devil e tanti altri. Non ce n’è uno in particolare, mi piacciono tutti questi personaggi che ha creato». Cosa significa, e cosa comporta, essere il figlio di una grande diva? «Sei sempre sotto ai riflettori, ti riconoscono per strada, i paparazzi ti stanno dietro. Se fai la carriera dello spettacolo, può essere anche un vantaggio. Ma se fai una vita normale, ti capita anche di sentirti dire ad un colloquio di lavoro: “perché sei venuto qui? Mica hai bisogno di lavorare.”»