Due odissee parallele. Stessa tecnica e stessa fine. Due ragazzi afghani di 18 anni si sono legati sotto altrettanti tir, hanno percorso oltre 400 chilometri, con l'obiettivo di raggiungere il porto di Civitavecchia e imbarcarsi per la Francia. Due storie di disperazione terminate nello stesso modo, con la polizia che scopre il loro viaggio e li salva dal rischio di una fine peggiore: uno dei due è stato rintracciato ieri, legato con una semplice cintura per pantaloni, sotto un autoarticolato sull'A/1 a Ferentino, in Ciociaria.
L'altro è stato scoperto nella notte, in un'area di servizio lungo il raccordo Terni-Orte, nascosto sotto il rimorchio di un tir proveniente dalla Grecia. Secondo quanto accertato, gli autisti dei camion non sapevano della presenza dei profughi. I due avrebbero fatto dunque tutto da soli, anche se le indagini sono ancora in corso anche per stabilire - come sembra possibile - se i due si conoscessero e avessero organizzato il 'pianò insieme. Il ragazzo trovato sull'A/1 ha raccontato a Sky di essere partito «da solo dalla Grecia alla volta dell'Italia, ma - ha spiegato - non voglio restare qui. Ero diretto in Francia, a Parigi, ho i miei amici lì. I miei fratelli e mia madre si trovano invece in Svizzera. È stato duro viaggiare così a lungo, 22 ore, senza cibo né acqua, senza dormire».
«Sono fuggito da Kabul dieci mesi fa - ha raccontato - ho attraversato l'Iran, la Turchia, spesso viaggiando a piedi.
Vicenda analoga quella dell'altro afghano, il 18enne scoperto nei pressi di Terni che, nascosto sotto il tir, ha tentato di raggiungere il porto di Civitavecchia e da lì la Francia. Il ragazzo, che è in buone condizioni di salute, ha cercato di fuggire, ma è stato bloccato dalla squadra volante e accompagnato in questura. Il ragazzo, pure lui di Kabul, è stato scoperto la notte scorsa in un'area di servizio lungo il raccordo Terni-Orte, quando l'autista del camion - ignaro della sua presenza - ha deciso di fare una sosta. Un passante si è accorto allora del diciottenne, sdraiato in prossimità del paraurti posteriore. L'ufficio Immigrazione provvederà ora ad accompagnarlo in un Centro di accoglienza per cittadini extracomunitari richiedenti asilo politico