Il caos dell'aeroporto di Fiumicino, causato dall'incendio doloso di oggi pomeriggio che ha provocato la sospensione dei decolli, sta avendo effetti a catena fino a notte fonda.
Dopo le 24 c'erano ancora migliaia di passeggeri in fila al terminal 3 in attesa di sapere se sarebbero potuti partire. In molti hanno anche urlato «acqua, acqua». Stanca e infuriata una signora, che insieme al marito e a due figli piccoli doveva partire alle 18.30 con Easyjet per Kos, in Grecia.
Code molto lunghe ai banchi della compagnia spagnola Vueling. «Dovevamo partire per Palermo alle 14 - racconta un ragazzo siciliano - è passata mezzanotte e siamo ancora qua. Facevamo prima in macchina. Capiamo che ci sono stati problemi causati dall'incendio, però qui nessuno ci dà informazioni e ci spiega quando possiamo tornare a casa o dove dobbiamo dormire. Non è accettabile. Ci sono anziani e bambini». In molti hanno chiamato la polizia, ma gli agenti sono arrivati anche per riportare la calma tra i passeggeri comprensibilmente spazientiti.
Nella calca c'è stato chi si è sentito male e sono dovuti intervenire i medici per soccorrerlo. Un ragazzino è stato aiutato dalla polizia. Verso l'una c'erano passeggeri che dormivano sul pavimento e code chilometriche per i taxi. «Nessuno ci aiuta, migliaia di persone abbandonate al loro destino». «Dopo molte ore abbiamo rivisto le valigie ma non c'era chiarezza sul numero del nastro corrispondente ai vari voli. Il caos».
I disagi riguardano anche molti romani che sono all'estero e che speravano di rientrare oggi. «Mia figlia è bloccata a Nizza, ma le dicono che non possono decollare perché da Fiumicino non arriva il via libera. Come è possibile che un incendio possa mandare in tilt l'aeroporto più importante d'Italia?».