Come a Genova, per il G8. Come a Roma, per la manifestazione di Salvini di qualche settimana fa. Ecco il ritorno della gabbia. La cancellata posizionata dalla polizia per sbarrare la strada in situazioni considerate ad alta tensione ritorna d'attualità in queste ore. E diventa subito l'immagine di una città in preda ai violenti, ai professionisti dello sfascio. L'argine dello Stato contro i contestatori che alle idee preferiscono i muscoli e molotov.
Lo scorso 28 febbraio, a Roma, la gabbia è stata piazzata all'Esquilino, in piazza Vittorio, per separare la manifestazione dei centro sociali dal corteo di Casapound. Ma è stato solo materiale per i fotografi e per i residenti impauriti, nessuno scontro né tafferugli, quel giorno. Zero contatti.
Al contrario di quanto accadde a Genova nel 2001: le gabbie non arginarono la violenza degli uomini vestiti di nero a caccia di simboli da bruciare. E adesso tocca a Milano, nel giorno dell'Expo, l'immagine di una città in gabbia.
Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 08:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA Lo scorso 28 febbraio, a Roma, la gabbia è stata piazzata all'Esquilino, in piazza Vittorio, per separare la manifestazione dei centro sociali dal corteo di Casapound. Ma è stato solo materiale per i fotografi e per i residenti impauriti, nessuno scontro né tafferugli, quel giorno. Zero contatti.
Al contrario di quanto accadde a Genova nel 2001: le gabbie non arginarono la violenza degli uomini vestiti di nero a caccia di simboli da bruciare. E adesso tocca a Milano, nel giorno dell'Expo, l'immagine di una città in gabbia.