La Chiesa è aperta a «tutti, tutti, tutti». Non sono passati che pochi giorni dalla fine del Sinodo sulla Sinodalità dove si è discusso (anche) di gender, coppie gay e sessualità. La raccomandazione del Papa ai vescovi a essere più inclusivi è stata netta, chiara e categorica.
Le risposte del Vaticano
Sono queste le chiare indicazioni che arrivano dall'ex Sant'Uffizio in risposta ad alcuni dubbi che erano stati sollevati e inviati in Vaticano nel luglio 2023 da un vescovo del Brasile il quale chiedeva lumi su come doveva comportarsi davanti alla possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio di persone transessuali e di persone omoaffettive.
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Le risposte al vescovo (e di riflesso a tutti i vescovi) sono articolate e formulate secondo i principi del diritto canonico. Sono una novità ed è immaginabile che scateneranno polemiche soprattutto dall'ala conservatrice della Chiesa. «Un transessuale, che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso, può ricevere il battesimo, alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c'è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli. Nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, questi possono ricevere il Battesimo», è l'indicazione del Vaticano.
Trans testimone di nozze o padrino di un battezzato
Un trans può essere anche testimone di nozze o padrino di un battezzato: «A determinate condizioni, si può ammettere al compito di padrino o madrina un transessuale adulto che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso. Non costituendo però tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo».
Si affronta anche il problema dei genitori gay o di quelli che hanno avuto il figlio attraverso la gestazione per altri. «Due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato, e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l'utero in affitto?», chiedeva al Vaticano il vescovo del Brasile. La risposta del Dicastero della Fede: «Perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica».
Il caso dei bambini nati con la tecnica dell'utero in affitto, strettamente proibita dalla Chiesa, torna ad essere portata sotto i riflettori. In questo caso il teologo cardinale Fernandez interpretando le norme canoniche sembra aprire una breccia. E' possibile che su questo tema si inasprirà lo scontro tra rigoristi e aperturisti anche se lo stesso Papa Francesco in più occasioni ha rilevato l'immoralità dell'utero in affitto, definendola una pratica "inumana" che tende solo a sfruttare il corpo di donne povere costrette a gestire per altri una gravidanza fino al parto, affidando poi il bambino alla coppia gay che per questo ha pagato cifre generalmente cifre alte per il "servizio" svolto.
Il testo integrale si può trovare sul sito web del Dicastero della Fede: rc_ddf_20231031-documento-mons-negri.pdf