È disperato Fernando Manzo, 61 anni, romano: «L’ho vista scomparire - dice piangendo - È affogata sotto ai miei occhi, non sono riuscito a salvarla. Un attimo e non c’era più». Sua moglie Anna Claudia è stata inghiottita dalla barca a vela e dall’acqua dopo lo scontro con il grosso motoscafo.
Sul porto per ora le ambulanze si sono succedute a sirene spiegate, invadendo la piazzetta di Porto Ercole. È l’ora dell’aperitivo e i locali del porticciolo sono pieni di turisti e di romani in vacanza. «Non ci si capiva nulla, all’inizio pensavamo a qualcuno che era affogato poi abbiamo visto arrivare diverse barche dei soccorsi e la motovedetta». La tranquillità viene rotta dal caos. «Due barche, dicono che ci sono i morti» si urlano due residenti. In un attimo il molo si riempie di persone. Tutti cercano di capire. Soprattutto quando si sparge la voce che sulla barca a vela c’erano dei romani. I feriti, avvolti nelle coperte termiche vengono caricati sulle ambulanze smistati nei vari ospedali. Uno a Siena, uno a Grosseto e uno a Orbetello.
IL TAM TAM
«Quello che li ha speronati è un canados, un trenta metri almeno. Tra l’altro quelli hanno il pilota automatico... di sicuro l’hanno lasciato così e non hanno guardato. Sono andati dritti a velocità di crociera. Avranno sentito il botto a chilometri di distanza». Il vociare si fa sempre più fitto. «Ogni anno ce n’è una. Devono limitare le patenti e chi guida» dice una signora in dialetto toscano. La notizia in breve fa il giro dell’Argentario e così da Ansedonia a Capalbio passando per Orbetello è tutto un susseguirsi di telefonate e notizie. Alle 21.30 quando ormai il buio è calato sul porto e ad illuminarlo ci sono solo i fari ecco che spuntano i due relitti delle barche. «La barca a vela era messa molto male. Aveva uno squarcio molto grosso». Scosso anche il vice sindaco del comune di Monteargentario Erasmo Quondam: «E’ la prima volta che qui si verifica un incidente così grave».