Alitalia, via a 2.723 licenziamenti: ma gli assistenti di volo ora sperano in Ita, pronta ad assorbirne una parte

Scatta la procedura dalla società in amministrazione straordinaria. Fuori anche i dipendenti di CityLiner

Sabato 2 Dicembre 2023 di Umberto Mancini
Alitalia, via a 2.723 licenziamenti: gli assistenti di volo ora sperano in Ita, pronta ad assorbirne una parte

Scattano le procedure di licenziamento collettivo per 2.723 lavoratori della vecchia Alitalia.

La compagnia in amministrazione straordinaria ha inviato alle organizzazioni sindacali di categoria e ai ministeri competenti una lettera nella quale comunica, secondo quanto previsto dalla legge 223 del 1991, l’avvio della procedura che «determina, suo malgrado, licenziamenti per la riduzione di personale». La misura riguarda i dipendenti in cassa integrazione straordinaria a zero ore. Si tratta, in dettaglio, di 1.515 assistenti di volo, 293 piloti, 280 del personale di staff, 469 del settore “ground” e 111 della manutenzione. Numeri a cui vanno aggiunti i dipendenti di CityLiner e quelli che lavorano per l’amministrazione straordinaria. Per tutti questi la Cig scadrà il 31 ottobre 2024, scadenza al momento non prorogabile a meno di un ulteriore intervento del governo.

Alitalia, avviate le procedure per il licenziamento dei dipendenti: coinvolti in 2.668 (già in cassa integrazione)

Il confronto

Ora partirà ora il confronto con le organizzazioni sindacali di categoria in sede aziendale e ministeriale. Il 7 dicembre prossimo, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, è in agenda un incontro tra i commissari e i sindacati. Soprattutto è previsto un vertice con Ita che, in vista del 2024 e dell’arrivo di nuovi aerei, ha la necessità di incrementare gli organici. Secondo alcune stime, che trapelano dal fronte sindacale, potrebbero essere circa 500 gli assistenti di volo in grado di essere assorbiti dal nuovo vettore tricolore. Va detto che molti dipendenti Alitalia hanno in corso cause proprio con Ita, pertanto la trattativa non sarà affatto agevole. Qualche spiraglio è comunque possibile. Stesso discorso per i piloti anche se la maggior parte avrebbe maturato i requisiti per accedere alla pensione. Sul fronte della manutenzione e dei servizi di terra i sindacati spingono per un intervento di altre società o su un piano di riqualificazione e formazione professionale.
I licenziamenti - spiega sempre la lettera inviata dai commissari - è legata al fatto che l’ex Alitalia non ha nessun asset aziendale e che la Cig è ormai in fase di esaurimento.
Proprio «alla luce di tale quadro normativo, e fatta eccezione per le sole necessità operative dell’amministrazione straordinaria connesse al completamento dell’attività liquidatoria, Alitalia «è impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione». Nella lettera vengono ricordati tutti i provvedimenti di Cigs assunti a partire dal 2017, anno in cui la vecchia Alitalia è stata posta in amministrazione straordinaria, fino all’ultimo decreto, il dl Asset che ha previsto, «al fine di accompagnare i processi di ricollocazione dei lavoratori dipendenti di Alitalia «l’ulteriore estensione, non ulteriormente prorogabile, del trattamento di integrazione salariale per il periodo dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024, non ulteriormente prorogabile».

Le reazioni

Immediata la reazione dei sindacati. La Filt Cgil e la Fit Cisl chiedono subito una proroga della Cigs. «Il Governo deve intervenire subito affinché i lavoratori di Alitalia non vengano abbandonati al loro destino» ha spiegato invece il segretario generale, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale, Ivan Viglietti, della Uiltrasporti. «Il Decreto Asset - dichiarano i due segretari - ha fissato per questi lavoratori il termine per fruire della cassa integrazione al 30 ottobre 2024, quindi dal giorno successivo si pone il problema della ricollocazione di questi lavoratori che rappresentano un patrimonio importante per il settore del trasporto aereo del nostro Paese, un settore che sta vivendo uno sviluppo importante avendo raggiunto i livello pre Covid». Chiediamo - aggiungono - che i lavoratori vengano ricollocati nelle tre aziende nate dallo spacchettamento di Alitalia o in altre aziende del settore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci