Vuole diventare il nuovo Achille Lauro (populista, demagogo e monarchico super-destrorso, adorato nella sua città: Napoli). No, Matteo Salvini vuole diventare il nuovo Antonio Gava, democristiano, ministro dell'Interno a sua volta, originario del Nord ma subito diventato indigeno, ultra-pop sul Golfo e dintorni. E insomma il Capitano adorato a Napoli, il baciamano che che gli è stato tributato ad Afragola come fosse Maradona o padre Pio, continua a far discutere dentro e fuori dai social. Ma al di là dei paragoni, tutti improponibili, in questa nuova devozione napoletana - che piaccia o non piaccia è reale, anche al netto della teatralità del luogo e dei suoi abitanti - c'è tutto il fallimento della sinistra ma anche qualcosa di più antico che resta purtroppo sempre attuale.
Salvini, bagno di folla ad Afragola: c'è pure chi gli bacia la mano
Napoli ha sempre avuto con il potere un rapporto anarchico ma allo stesso tempo di almeno apparente rispetto.
Salvini, il baciamano e la devozione popolare di Napoli
Lunedì 21 Gennaio 2019 di Mario AjelloFu così, in una unione di reciproca teatralità con Mussolini. Il popolo napoletano ne aveva colto l'immagine cristica, collocandola tra i tanti taumaturghi tradizionali, ma poi quell'immagine è stata rimossa e sostituita da altre forme e da altre figure miracolistiche. Dunque Salvini in s'illuda troppo dell'"ammuina" di baci e abbracci e di tutte le sceneggiate che gli vengono riservate in questa ex capitale. Non durano mai a lungo.