Renzi all'attacco di Grillo: per il Pd niente lezioni da un pregiudicato

Martedì 20 Febbraio 2018
Renzi all'attacco di Grillo: per il Pd niente lezioni da un pregiudicato
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Matteo Renzi mette nel mirino i 5 stelle e Beppe Grillo, che è ridisceso in campo per sostenere la sua creatura: «Il Pd non prende lezioni da un partito fondato da un pregiudicato» ha scritto ai militanti Dem, ai quali chiede di «dare una mano», puntando a convincere gli indecisi, molti dei quali, secondo i rilevamenti riservati, decideranno nell'ultima settimana se recarsi alle urne o meno. In imbarazzo per l'inchiesta giornalistica di Fanpage che ha coinvolto Roberto De Luca in Campania, Renzi ha reagito partendo al contrattacco: «Il PD non prende lezioni da nessuno. Non le prende soprattutto da un partito fondato da un pregiudicato, che ha qualche problema di troppo con l'evasione fiscale e che ha inventato la sceneggiata dei rimborsi ma dimentica di dire che i Cinque Stelle hanno rinunciato (forse) a 23 milioni in 6 anni. Il PD abolendo la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ha rinunciato a molto di più», cioè 60 milioni all'anno. I 5 stelle alzano ulteriori i toni facendo intervenire Antonio Di Maio sull'inchiesta di Fanpage: «non ho sentito Renzi o Gentiloni dire una parola,hanno solo detto che i giornalisti devono dimostrare la loro innocenza».

«La frase più grave di questa inchiesta è che gli servono soldi per la campagna elettorale.
Quindi le tangenti che fanno morti di tumore finanziano la campagna elettorale del Pd». E dopo aver chiesto le dimissioni della Giunta Regionale, il leader di M5s ha aggiunto: «Qui ci stanno ammazzando: questi politici si comportano peggio dei camorristi, perchè i camorristi fanno il loro lavoro mentre i politici lo ammazzano questo Paese». Parole per le quali Renzi chiede a Di Maio di rinunciare all'immunità e di affrontare una querela. Non che al Nazareno credano che la vicenda dei rimborsi o dei candidati massoni di M5s possa traghettare voti dal movimento di Di Maio al Pd, ma potrebbe allontanare dai Cinque Stelle comunque degli elettori inducendoli a rimanere a casa. Se invece il Pd e tutto il centrosinistra riuscissero a convogliare su di sé gli indecisi, l'esito delle elezioni sarebbe a favore della coalizione. «Chiedo a tutti di darci una mano perchè la sfida per il primo posto si giocherà su qualche decimale di punto», ha scritto Renzi. Su questo aspetto punta anche Emma Bonino, che al forum Facebook - Ansa, ha spiegato di non puntare tanto a rubare voti degli elettori Pd non renziani, ma di mirare agli indecisi: «Io voglio provare a far sì che ci sia una sorpresa il 4 marzo: che gli astenuti sentano la responsabilità civile di contribuire al futuro del Paese». Stesso obiettivo di Beatrice Lorenzin e Pierferdinando Casini che si appellano ai moderati indecisi sottolineando che nel centrodestra «chi comanda è la Lega». In questa «competition» su chi sarà il primo partito, M5s non resta a guardare. Vista la crescente visibilità del premier Paolo Gentiloni in questa campagna, Roberto Fico ha presentato un esposto all'Agcom, denunciando il Tg1: «Abbiamo visto servizi in cui il presidente del Consiglio ha parlato come candidato del Pd nell'ambito di eventi elettorali, ma è stato presentato nel sottopancia come presidente del Consiglio».
Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 00:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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